Affari di famiglia

Mamma, perché c’è il terrorismo? Come spiegare l’orrore ai nostri figli

Ho due figli di 5 e 10 anni che sono rimasti sconvolti dalla strage di Parigi. A scuola non ne hanno parlato. Come li aiuto?

Laura

Trovo intanto impressionante che ci siano scuole che non abbiano dedicato un momento, una mattina, a parlare di quello che è successo a Parigi. Mi sembra un atto di omissione grave. E infatti ci risulta che la maggior parte degli insegnanti e dei maestri lo abbiano fatto, con gli strumenti e le parole adatte all'età. E' dura, certo, spiegare ciò che anche a noi risulta inspiegabile, ma possiamo lasciarli soli? Fare finta di niente? Prenderò a prestito le parole di Silvia Vegetti Finzi, che da piccola scampò per miracolo alle persecuzioni naziste (suo padre era ebreo) e che non a caso, forse, è diventata una psicoterapeuta specializzata sull'infanzia. “Dobbiamo avere fiducia nella capacità dei nostri figli di superare anche questo momento – dice – come hanno fatto altre generazioni prima di loro, in momenti anche peggiori. I bambini hanno grandi risorse”. Il garante per l'infanzia aggiunge: “Parlatene con i vostri figli, o cresceranno paurosi e intolleranti”. E' la stessa Vegetti Finzi a dirci come fare. Se i bambini hanno meno di 5 anni, spiega, e sentono in Tv o nei discorsi notizie impressionanti, bisogna abbracciarli, far sentire la nostra presenza fisica, rassicurarli sul fatto che ci siamo noi e possono stare tranquilli. Bene anche fargli disegnare la paura, magari a quattro mani, insieme. Ai bambini fra i 6 e gli 11 anni si devono offrire rassicurazioni più dettagliate (non è in corso una guerra, ci sono pochi uomini spinti dall'odio, ma tutti i buoni del mondo si uniranno per metterli a tacere, non bisogna avere paura di chi ha una religione o una pelle diverse da noi perchè i terroristi sono un'altra storia). Agli adolescenti, bombardati dai social network, bisogna dare qualche spiegazione: usare la carta geografica, far vedere dov'è la Siria, dire che la polizia sta facendo di tutto per difenderci, considerare la scarsa probabilità di essere colpiti, discutere dell'uso della violenza). Conclude così: “L'importante è non chiudersi in casa, dare testimonianza di fiducia e speranza: i bambini e i ragazzi sono in sintonia con le nostre emozioni. Lavorando su noi stessi, tranquillizzandoci, aiutiamo indirettamente anche loro”.

Ecco altri link che possono interessare

 

http://www.internazionale.it/notizie/2015/11/16/attentati-parigi-spiegare-bambini

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Lucia-Sciarretta-ai-bambini-spieghiamo-con-calma-e-sicurezza-288892a1-82d0-4086-93c9-de20446f3592.html

affaridifamiglia@lanazione.net

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