Affari di famiglia

Storia di un disegno sul banco, di una bambina di 6 anni, e di una maestra che chiama i genitori a pulire: è questa la buona educazione?

Dalla scuola di mia figlia, 6 anni e mezzo, mi arriva questa comunicazione: la bambina ha sporcato il banco, i genitori sono pregati di venire domattina a pulirlo...

Una mamma

 

E' la storia di una bambina che non ha avuto un'infanzia facile, che fatica a stare a scuola, che esprime la sua esuberanza come può, ed è la storia di due genitori che si trovano fra l'incudine e il martello, fra le pretese educative della maestra e il disagio della figlia. E' successo a Firenze. Hanno passato una sera e una notte difficile, in famiglia, dopo quella comunicazione. La bambina si è chiusa in se stessa, non voleva spiegare cosa era successo, non voleva parlare. La mattina dopo i due genitori, armati di sgrassatore e stracci, vanno a scuola. La maestra indica il banco da pulire con aria di rimprovero. I bambini della classe guardano, spettatori muti. Mamma e papà si avvicinano al banco, vedono il misfatto, ed esclamano: “Amore mio, ma è un disegno bellissimo”. Fra l'incudine e il martello, i due genitori hanno scelto la figlia. Hanno ubbidito agli ordini della maestra, cancellando dal banco il volto femminile che la piccola aveva disegnato, ma hanno risparmiato alla loro bambina l'ennesima umiliazione, l'ennesimo episodio che avrebbe confermato la sensazione di essere sbagliata, cattiva, quindi in fuga dalla scuola. “La mia bambina mi ha guardato con occhi pieni di gratitudine”, scrive la mamma. Sarebbe bello che la scuola e la famiglia fossero alleati. Sarebbe giusto che insieme contribuissero a educare i bambini. Ma se una delle due gambe non c'è, se uno dei due alleati non ha la capacità o gli strumenti per rispondere ai disagi di un bambino, l'altro deve compensare. C'è da chiedersi, in questo caso, cosa sarebbe successo se i genitori non fossero stati all'altezza. E se chi sceglie di fare il maestro o l'insegnante possa risultare così impreparato da irrigidirsi fino a questo punto di fronte a un alunno in difficoltà.

 

Questa e altre storie ispirano il blog della nuova associazione fondata da Renato Palma, fiorentino, medico e psicoterapeuta, che da anni  lavora su un'idea di educazione basata non sulla forza ma sull'affetto, non su relazioni di potere ma di parità, anche se l'età è diversa. Potete approfondire al link www.democraziaaffettiva.it

 

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