Affari di famiglia

Mobbing da maternità, uno sportello per le neo mamme

A chi è meglio rivolgersi, a Firenze, se al ritorno dalla maternità ci si sente maltrattate al lavoro?

Una neo-mamma

Non so cosa intende per maltrattamenti, ma sappiamo che i casi di mobbing da maternità anche a Firenze sono in aumento. Lo dicono i dati dell'ufficio di parità, che dall'inizio dell'anno ha già discusso 24 casi con gli organi competenti. Commesse, impiegate, telefoniste, donne che una volta svezzato il neonato e tornate al loro posto di lavoro hanno trovato condizioni molto diverse da quelle che avevano lasciato prima di andare in maternità. “Sono qui da vent'anni – dice la consigliera provinciale Maria Grazia Maestrelli, nominata dal ministero del lavoro – e purtroppo devo dire che le cose non sono migliorate. E' cambiato solo il modo: prima si passava direttamente alle vie di fatto, licenziando o costringendo a licenziarsi. Ora si fa capire, con le buone o con le cattive”. E' il paradosso in cui ci troviamo impantanati da decenni. Mentre gli economisti raccomandano alle imprese di imbarcare le donne, senza le quali non ci può essere una vera ripresa, perfino le fiction e i talk show più popolari denunciano ormai le difficoltà tutte italiane in cui si trovano le mamme che lavorano (i dati dicono che una donna su due lascia spontaneamente il lavoro dopo il primo figlio e quattro su dieci vengono costrette a farlo). Contattare la consigliera fiorentina di parità, quindi, è un buon inizio (telefonare allo 055-2760584). Quasi tutti i casi affrontati da questo ufficio - voluto dal ministero - si risolvono pacificamente a favore delle lavoratrici. C'è però un problema generale, di cui tutti dovremmo farci carico: abbiamo bisogno di servizi che aiutino di più le famiglie e di elasticità nei tempi di lavoro. E dobbiamo convincere i papà a condividere le responsabilità alternandosi nella cura della prole (qui solo l'8 per cento degli uomini usufruisce dei congedi di paternità). Perchè su una cosa sono tutti concordi: non c'è futuro senza figli e senza il contributo delle donne al mondo del lavoro.

affaridifamiglia@lanazione.net

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