Affari di famiglia

“Mi hanno chiesto di lavorare in prova gratuitamente. E’ giusto?” No, è illegale

Sono una ragazza, ho 24 anni e abito a Firenze, dove cerco anche lavoro. Mi piacerebbe lavorare nel settore del turismo e ho pensato che il lavoro come receptionist d’albergo potesse essere un buon inizio. Il direttore dell’hotel in cui sono in prova (attualmente sono allo stadio di “prova della prova”, il cosiddetto  “periodo di osservazione”) mi ha proposto la seguente offerta lavorativa: 1 settimana di “osservazione” + 20 giorni di prova retribuiti solo a fronte di un’assunzione + contratto a tempo determinato di 3 mesi  (5 livello CCNL Turismo). La cosa che mi sconcerta è che se per caso non fossi assunta, avrei lavorato per un mese gratis. Sono a conoscenza del fatto che ho diritto a un periodo di prova retribuito all’interno di un contratto a tempo determinato, cosa che ho precisato anche al Direttore: in risposta mi sono sentita dire che “avevo pisciato fuori dal vaso”, che non avevo capito niente della sua offerta, che peraltro corrispondeva esattamente alla mia richiesta. Ieri mi sono confrontata con un collega che mi ha confermato di aver ricevuto il suo contratto dopo 1 mese dall’inizio del suo lavoro: immagino che lo stesso trattamento spetterà anche a me. Io sono giovane, ma immaginatevi le implicazioni per una persona con una famiglia da mantenere....

Cara e giovane fiorentina, si stenta a credere che in tempi di precariato come questo, favorito da ogni tipo di contratto e da mille possibilità (soprattutto per l’imprenditore), ci sia qualcuno che va ancora oltre proponendo un mese di prova gratuito nel caso in cui l’assunzione non andasse a buon fine. Sappia che il vicepresidente nazionale di Confindutria alberghi, Riccardo Zucconi, un fiorentino, ha letto la sua lettera e ha commentato così: “E’ semplicemente illegale. Nessuno dovrebbe accettare una proposta del genere”. Aggiungono gli esperti di categoria che l’imprenditore ha tante scelte - lo stage se ci sono le condizioni, i contratti a chiamate intermittenti, i canonici 15 giorni di prova per i contratti più stabili -  ma anche una sola ora di lavoro, ricordano, deve essere retribuita. Altrimenti si chiama “lavoro nero”. Molti forse accetteranno, per necessità o perché è meglio di niente. Ma siamo ancora in un Paese in cui un imprenditore del genere, se svelato, rischia moltissimo. A lei la scelta.

p.s. La lettera è pubblicata anche su www.lavoronuovo.org, un sito dedicato ai temi del lavoro

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