Affari di famiglia

Sos salute: l’insostenibile solitudine dei medici curanti

Ho letto la lettera della signora che si sente sola ad accudire il marito malato di Alzheimer e volevo dirle che anche io mi sento nella stessa situazione con mia moglie. Il medico curante mi prescrive le medicine e basta, non sapeva neanche dell’esistenza di questi atelier di cui parlava nella scorsa rubrica e che potrebbero essere un valido aiuto. In pratica ho la sensazione che stiano aspettando un tale peggioramento da avere poi diritto al contributo badante o addirittura al ricovero in strutture che accolgono i malati non autosufficienti. Ma nel frattempo?

Giorgio P.

Caro signor Giorgio, grazie per la sua bella (e ben più lunga) lettera. Il primo spunto che ci dà con il suo sfogo riguarda proprio i medici curanti. Nel mondo complesso in cui viviamo, infatti, dovrebbero essere loro le figure determinanti, i filtri capaci di ascoltare i bisogni per poi tradurli e dirottarli sul percorso giusto. La sensazione, invece, è che ognuno di loro segua la sua strada, la sua etica, le sue conoscenze, e che non si senta parte di un sistema in cui le informazioni circolano e vengono condivise. Poveretti, arriva tutto addosso a loro. Ma proprio per questo chi governa la sanità potrebbe riunirli, informarli sui vari servizi a disposizione, aggiornarli, e soprattutto coinvolgerli in quel lavoro collettivo di prevenzione che sta diventando molto più importante di tutto il resto (esempio: l’obesità infantile). Perché alla fine è questo il lavoro che dovremmo fare tutti, di questi tempi: non solo tagliare le spese ma anche (e soprattutto) decidere come spendere meglio ciò che ci resta in tasca. Costa di più un laboratorio diurno per anziani con l’Alzheimer o una retta in residenza assistita? Senz’altro la seconda. E allora per evitare grandi spese domani, bisogna spendere meglio oggi. E’ un principio che andrebbe esteso a tanti settori della salute pubblica ma in particolare agli anziani, la cui vita sana equilibrata e serena è spesso l’unica medicina per evitare impennate nelle malattie, nei ricoveri, e dunque nella spesa pubblica. Però le dico che proprio solo non deve sentirsi, e che l’Aima, l’associazione che si occupa dell’Alzheimer, è davvero una delle cose più preziose che abbiamo. Li chiami (numero verde per la Toscana: 800900136) e chieda aiuto, qualsiasi aiuto. E’ la loro missione.

Geraldina Fiechter

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