Affari di famiglia

“L’edilizia è bloccata anche dalla burocrazia, e io me ne vado via dall’Italia…”

Gentile signora, sono un architetto che lavora da tanti anni a Firenze e sto meditando di andarmene a stare in Germania, il Paese da cui proviene mia moglie. Le scrivo per uno dei tanti tentativi estremi che sto mettendo in atto prima della grande decisione. Vede, qui ormai è impossibile lavorare. Lo è in tutta Italia, certo, per il caos normativo ed economico in cui ci troviamo. Ma lo è ancora di più a Firenze, dove a tutto questo si aggiunge l’ottusità degli uffici preposti all’edilizia e alla politica comunale che si riempie la bocca di slogan (come quello del cemento-zero) e che ha come unico risultato quello di tenere tutto bloccato. Basterebbe che le raccontassi quanto è difficile ottenere permessi per fare delle semplici innovazioni legate al risparmio energetico e lei capirebbe quanta fatica facciamo noi professionisti per lavorare e per far girare l’edilizia. Tutti siamo d’accordo, per esempio, sul fatto che Firenze vada tutelata in quanto città meravigliosa e patrimonio del mondo, ma stare fermi e bloccare tutto è solo un modo stupido per non assumersi responsabilità e per far morire la città. Non si deve stare fermi, ma aggiornarci ed essere creativi. Le scriverò quando avrò deciso definitivamente se partire o restare…

Lettera firmata

Caro lettore, non frequento il mondo dell’edilizia ma non è difficile fiutare l’enorme difficoltà che sta attraversando. Le ragioni sono tante, certo, ma viene da pensare che insieme a un mondo di certezze economiche e sociali che sta crollando, anche l’idea di costruire, edificare, aumentare i volumi, cementificare e via dicendo, stia per tramontare ormai per sempre. Fermare le macchine è una soluzione? Conservare e basta? Dire no alle vecchie edificazioni è sufficiente? Mi sembrerebbe un’occasione persa. Come tante volte diciamo e ci dicono, la via d’uscita non è stare in difesa ma andare verso il cambiamento, ideare, inventare, creare nuove tecniche, insomma anticipare il futuro. A questo proposito segnalo un piccolo ma positivo passo avanti fatto dalla Cna fiorentina (Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa) che ha organizzato per oggi (nella sua sede di Scandicci) una giornata dedicata all’edilizia alternativa e sostenibile in Toscana. Ovvero: come costruire edifici sani, più economici, che facciano risparmiare energia, come usare materiali naturali, insomma come sfruttare la crisi per fare cose più a misura d’uomo oppure – girando il discorso – come usare le risorse a disposizione per uscire dalla crisi. Un modo intelligente per rilanciare: studiare, aggiornarsi, non fermarsi al lamento.    

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