Il pasticciaccio dell’Iva sulla tassa dei rifiuti
Il Quadrifoglio ha fatto capire che l’Iva pregressa, anche dopo le sentenze della Cassazione, non la restituiscono. Ma almeno ci possono dire che non la metteranno più nelle prossime bollette?
Daniele Bagnai
Nonostante due sentenze, la storia dell’Iva sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti è ancora un ginepraio. L’ultimo editto della Cassazione dice che la Tia (tariffa di igiene ambientale) è considerata “un tributo non assoggettabile ad ulteriori tasse, quindi nemmeno all’Iva”. Dunque il Quadrifoglio deve restituirci quel 10% di Iva sulle fatture pagate negli ultimi anni? Impossibile, risponde l’azienda. Primo: si tratta di qualcosa come 12 milioni di euro solo per il 2011 – spiega – che lo Stato si è già preso. Secondo: se la sentenza fosse retroattiva e il Quadrifoglio (come tutte le aziende analoghe in Italia) dovesse restituire questa montagna di denaro, si creerebbe un tale buco finanziario che solo un forte aumento delle tariffe (o in alternativa la sospensione del servizio con accumuli di rifiuti alla napoletana) potrebbe riempire. Allora parliamo del futuro, scrive il nostro lettore: potete almeno dichiarare che nelle prossime future non ci sarà l’Iva? Macchè. Come società per azioni, spiega il responsabile del Quadrifoglio, l’azienda non può proprio emettere fatture senza l’Iva (se non è espressamente previsto per legge come nel caso delle prestazioni sanitarie). E aggiunge: “L’unica possibilità è che emetta fattura al Comune per il servizio di igiene urbana, e poi il Comune, che per legge è obbligato al coprire il 100% del costo del servizio Iva compresa, riscuota dagli utenti il tributo”. E’ il caos. E intanto tutto continua come prima. Chi non si rassegna può rivolgersi all’Aduc (tel. 895.96.97.997, dalle 12 alle 18), l’associazione dei consumatori.
Il Quadrifoglio ha fatto capire che l’Iva pregressa, anche dopo le sentenze della Cassazione, non la restituiscono. Ma almeno ci possono dire che non la metteranno più nelle prossime bollette?
Daniele Bagnai
Nonostante due sentenze, la storia dell’Iva sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti è ancora un ginepraio. L’ultimo editto della Cassazione dice che la Tia (tariffa di igiene ambientale) è considerata “un tributo non assoggettabile ad ulteriori tasse, quindi nemmeno all’Iva”. Dunque il Quadrifoglio deve restituirci quel 10% di Iva sulle fatture pagate negli ultimi anni? Impossibile, risponde l’azienda. Primo: si tratta di qualcosa come 12 milioni di euro solo per il 2011 – spiega – che lo Stato si è già preso. Secondo: se la sentenza fosse retroattiva e il Quadrifoglio (come tutte le aziende analoghe in Italia) dovesse restituire questa montagna di denaro, si creerebbe un tale buco finanziario che solo un forte aumento delle tariffe (o in alternativa la sospensione del servizio con accumuli di rifiuti alla napoletana) potrebbe riempire. Allora parliamo del futuro, scrive il nostro lettore: potete almeno dichiarare che nelle prossime future non ci sarà l’Iva? Macchè. Come società per azioni, spiega il responsabile del Quadrifoglio, l’azienda non può proprio emettere fatture senza l’Iva (se non è espressamente previsto per legge come nel caso delle prestazioni sanitarie). E aggiunge: “L’unica possibilità è che emetta fattura al Comune per il servizio di igiene urbana, e poi il Comune, che per legge è obbligato al coprire il 100% del costo del servizio Iva compresa, riscuota dagli utenti il tributo”. E’ il caos. E intanto tutto continua come prima. Chi non si rassegna può rivolgersi all’Aduc (tel. 895.96.97.997, dalle 12 alle 18), l’associazione dei consumatori.