“Il difficile mestiere di genitore. Facciamoci aiutare”
Ho letto di quel ragazzo che spacciava droga. Mi sono chiesto se mio figlio adolescente poteva trovarsi in quella situazione e mi sono risposto che non lo so. Di questi figli abbiamo perso il filo. Io con il mio litigo ormai tutti i giorni e lui non rispetta nessuna regola. E ci sentiamo molto soli.
Mario Bertini, Firenze
Un terapeuta che si chiama Gino Piagentini, e che si occupa di adolescenti, ha raccolto in un bel libro le lettere che i ragazzi scriverebbero ai genitori se ne avessero il coraggio. Non scrivono accidenti a mia madre o a mio padre che non mi lasciano uscire abbastanza o vorrei andarmene di casa, bere a più non posso e non vederli mai più. Al contrario. Quello che chiedono, che vogliono, è affetto, comprensione, vicinanza. Vorrebbero che i genitori fossero in grado di sopportare gli eccessi e gli esperimenti tipici di questo passaggio fra l’infanzia e l’età adulta e al tempo stesso di parlarne, di stare vicini, di discutere anche animatamente dando alla fine quei limiti di cui hanno bisogno. Guai a dire che il filo si è rotto, si è perso, perché sono come dei trapezisti che hanno lasciato il primo trapezio (la famiglia) ma non hanno ancora afferrato il secondo (il ruolo sociale): in qualche modo bisogna far loro sentire che li teniamo. E’ molto dura, è vero. Troppi centri di gravità (la scuola, i gruppi di amici, lo sport), troppi stimoli, e una città che a loro non riserva altri spazi se non i luoghi in cui strafarsi di alcol. Dove può tirare il calcio a un pallone, un diciottenne che non fa parte di una squadra, a Firenze? Bene. Io ora darò una sola indicazione per chi ha bisogno di aiuto. Non perché sia l’unica ma perché la persona che coordina questo centro di ascolto per genitori è l’ex dirigente del Comune di Firenze che per anni si è occupato di questo, dunque uno che ha vissuto la trincea. Sarà lui, o loro, a darvi semmai un altro recapito. Ma intanto è un porto sicuro da cui partire. Il nuovo servizio di consulenza (“Famiglia si può”, gestito insieme a Villa Lorenzi, gratuito) è accessibile dalle 9 alle 19 chiamando al 335-394992. Fateci sapere.
lamiafirenze@lanazione.net
Ho letto di quel ragazzo che spacciava droga. Mi sono chiesto se mio figlio adolescente poteva trovarsi in quella situazione e mi sono risposto che non lo so. Di questi figli abbiamo perso il filo. Io con il mio litigo ormai tutti i giorni e lui non rispetta nessuna regola. E ci sentiamo molto soli.
Mario Bertini, Firenze
Un terapeuta che si chiama Gino Piagentini, e che si occupa di adolescenti, ha raccolto in un bel libro le lettere che i ragazzi scriverebbero ai genitori se ne avessero il coraggio. Non scrivono accidenti a mia madre o a mio padre che non mi lasciano uscire abbastanza o vorrei andarmene di casa, bere a più non posso e non vederli mai più. Al contrario. Quello che chiedono, che vogliono, è affetto, comprensione, vicinanza. Vorrebbero che i genitori fossero in grado di sopportare gli eccessi e gli esperimenti tipici di questo passaggio fra l’infanzia e l’età adulta e al tempo stesso di parlarne, di stare vicini, di discutere anche animatamente dando alla fine quei limiti di cui hanno bisogno. Guai a dire che il filo si è rotto, si è perso, perché sono come dei trapezisti che hanno lasciato il primo trapezio (la famiglia) ma non hanno ancora afferrato il secondo (il ruolo sociale): in qualche modo bisogna far loro sentire che li teniamo. E’ molto dura, è vero. Troppi centri di gravità (la scuola, i gruppi di amici, lo sport), troppi stimoli, e una città che a loro non riserva altri spazi se non i luoghi in cui strafarsi di alcol. Dove può tirare il calcio a un pallone, un diciottenne che non fa parte di una squadra, a Firenze? Bene. Io ora darò una sola indicazione per chi ha bisogno di aiuto. Non perché sia l’unica ma perché la persona che coordina questo centro di ascolto per genitori è l’ex dirigente del Comune di Firenze che per anni si è occupato di questo, dunque uno che ha vissuto la trincea. Sarà lui, o loro, a darvi semmai un altro recapito. Ma intanto è un porto sicuro da cui partire. Il nuovo servizio di consulenza (“Famiglia si può”, gestito insieme a Villa Lorenzi, gratuito) è accessibile dalle 9 alle 19 chiamando al 335-394992. Fateci sapere.
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