Affari di famiglia

Troppi compiti nella scuola dell’obbligo? La rivolta corre sul web

Vorrei che scrivesse sulla questione compiti a casa nella scuola dell'obbligo. Noi passiamo giornate infernali per far studiare mio figlio, che è in prima media alla Carducci, e a volte stiamo chiusi in casa per tutto il week end a litigare, discutere, insomma a cercare di arrivare in fondo ai compiti assegnati. Ho provato a dire a un'insegnante che mio figlio non ce la fa a fare tutto, ma lei mi ha risposto che tocca a noi genitori stargli dietro. E' giusto questo?

Una mamma

Salvo rari casi di bambini superdotati soprattutto per autonomia e capacità di organizzarsi, il problema che pone lei accomuna il novanta per cento delle famiglie italiane. Non è chiaro cosa è successo nei decenni trascorsi da quando andavamo a scuola noi e i nostri genitori non sapevano né cosa stavamo studiando né con quale profitto (almeno fino alla pagella) a questo strano presente dove manca solo che mamma e papà prendano posto in classe per assistere meglio i loro pargoli e in cui le famiglie parlano ormai al plurale: oggi non usciamo, dobbiamo fare i compiti. Non è chiaro cioè se i figli di oggi siano più imbranati e meno intelligenti di un tempo o se invece la colpa, se di colpa vogliamo parlare, vada più onestamente cercata fra gli adulti, insegnati o genitori che siano. Fatto sta che secondo uno studio dell'Ocse gli alunni italiani risultano in fondo alla classifica della preparazione nonostante che abbiano il maggior carico al mondo di compiti a casa. Sulla scorta di questi ultimi dati, un dirigente scolastico e fior di psicologi hanno fondato un movimento che si chiama “Basta compiti” e che su Facebook conta già migliaia di iscritti. Ma se anche gli addetti ai lavori si dividono, cosa possiamo aggiungere noi umili mortali? Possiamo chiedere forse agli insegnanti di non pretendere l'aiuto delle famiglie (cosa che fra l'altro discrimina chi non è in grado o non ha il tempo di farlo) e ai genitori di resistere all'istinto di sostituirsi ai figli anche a costo di fargli battere qualche musata. E così si tornerebbe a una situazione in cui il carico di compiti a casa non risponde a qualche astratto traguardo ministeriale da raggiungere ma semplicemente alle capacità e alla preparazione reale degli scolari. Voi cosa ne pensate?

Scrivere a affaridifamiglia@lanazione.net

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