Figli che non diventano mai grandi: e se provassimo a disconnetterci almeno qualche giorno?
Ho mandato mio figlio (12 anni) a un campo ambientalista per due settimane e gli organizzatori hanno preso i telefonini dei ragazzini dicendo che dovevano interrompere le abitudini e telefonare ai genitori una volta sola alla settimana altrimenti gli veniva la nostalgia. Le sembra giusto? Mi è sembrato un comportamento fuori dal tempo e anche prepotente.
Una mamma
Certo è un atto forte: sottrarre a un ragazzino di oggi il telefonino, togliergli la connessione h 24 con gli amici o con la mamma o con emeriti sconosciuti con cui imbastire chat notturne o scambi di foto, equivale a mutilarli di un arto con cui ormai convivono fin dalla nascita. Se poi le regole del gioco non erano state messe in chiaro prima dell'iscrizione (e sembra incredibile), allora è vero, può diventare una prepotenza. Però mi lasci approfittare della sua lettera per tornare con un po' di nostalgia a quando regole come queste erano normali (e non parlo della preistoria ma di dieci o quindici anni fa) e a quando anche queste esperienze erano buone occasioni per crescere. Mi lasci esprimere tutti i miei dubbi su una generazione sia di figli che di genitori in cui non c'è un momento, un giorno, un'occasione, che non siano monitorati-seguiti-condivisi con messaggi, telefonate e video-conversazioni che annullano le distanze e quindi le responsabilità. Per diventare grandi ci vogliono anche il silenzio, le piccole solitudini, gli attimi in cui si prova ad affrontare da soli le prime difficoltà e i primi sentimenti forti (compreso quello del distacco da mamma e papà), ci vuole perfino la delega a sbagliare, perchè sbagliando si impara e si cresce. Se il telefonino – che è ormai molto più di un telefono – diventa il mezzo o la scusa per dimenticare che è nostro compito (e dovere) traghettare i figli verso l'età adulta, allora ben vengano questi educatori fuori dal tempo che provano a ricordarcelo. Non si diventa grandi e autonomi da un momento all'altro o per età anagrafica – sfortunatamente - ma al termine di un percorso (guidato) che comincia da bambini.
Che ne pensa? Che ne pensate? Scrivete!
Per scrivere in privato: affaridifamiglia@lanazione.net