Borsa di Tokyo, nuovo tonfo. Un altro giovedì nero per azioni e titoli di Stato. Il -5,15 per cento del Nikkei taglia i guadagni degli investitori e va ad approfondire la correzione esplosa dopo il crollo del 7 per cento nella seduta del  23. E innesca qualche dubbio nella fiducia dei risparmiatori sulla politica del premier giapponese Abe e nel governatore della banca centrale Kuroda, che pur aveva portato una ventata di euforia e di denaro sui listini del Sol levante cresciuti all’incirca dell’80% da novembre.

Volatilità e oscillazioni nei prezzi del 10% per cento ci stanno, spiegano loro. Ma i grandi pescecani della finanza speculativa iniziano a fiutare sangue: la strategia espansiva della Boj, ancor più aggressiva di quella della Federal Reserve,rischia di aumentare la pressione sui titoli di Stato e la crescita dei rendimenti renderebbe insostenibile il peso del debito pubblico giapponese, un ingombrante fardello del 245% del la ricchezza prodotta.

Gli hedge fund iniziano a posizionarsi contro Bank of Japan e la sua politica ultra espansiva che giudicano kamikaze. Squali contro samurai, in un gioco ad alto rischio sistemico: se Kuroda e Abe vincessero la loro battaglia il Giappone uscirebbe dalla ventennale fase di deflazione economica. In caso contrario lotterebbe contro il fallimento. Le tensioni sui titoli di Stato già si avvertono anche sulle due sponde dell’Atlantico.