La felicità si ritrova ad Oristano più che a Bolzano, appare il 27 del mese con il pagamento dello stipendio e finisce nel baratro a maggio, con l’agguato delle tasse. Non ha le pretese dell’elaborazione teoretica dell’indice del benessere di Attali e nemmeno la molteplicità della classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, ma la ricerca di “Voice from the blogs, spin-off della Statale di Milano, racconta pur sempre umori e sensazioni della penisola attraverso il monitoraggio delle voci in rete. Realizzato grazie all’immancabile algoritmo sviluppato ad Harvard.

Sotto osservazione i cinguettii di Twitter, le faccine, i post che popolano internet. Così Bolzano, regina nella qualità della vita secondo l’indagine del quotidiano economico,  non è nemmeno nella top ten di iHappy, la graduatoria delle città più felici dominata dalla ridente località sarda. L’Emilia Romagna è la regione più contenta assieme a Friuli e Lombardia, svetta con Bologna, Modena, Reggio, Parma e Forlì. Basilicata e Molise le aree più depresse.

Il buonumore  – secondo iHappy – s’affaccia con più forza nelle giornate di sole e di primavera, si ritrae con il freddo e in autunno. Si è felici il sabato (come già illuminava Leopardi), molto meno il lunedì. Si è arrivati ad esultare per lo scandalo della paghetta che ha coinvolto i figli di Bossi e si è caduti in depressione con il picco dello spread.

L’attendibilità dei giudizi è del tutto parziale e condizionata dal campione analizzato, che non può rappresentare l’universo della popolazione: ma i 43 milioni di tweet analizzati nel 2012 e i migliaia di cinguettii ascoltati ogni giorno forniscono comunque un orizzonte da esplorare.

D’altronde il monitoraggio della rete si va estendendo non solo per fini commerciali, per sicurezza o spionaggio: ormai da svariati anni negli Stati Uniti viene seguito il diffondersi di malattie attraverso l’utilizzo sul web di termini collegati. Gli stessi andamenti dei mercati finanziari sono analizzati e posti in correlazione con tweet e umori degli investitori espressi sui social network: e lo studio di anomalie di rendimenti e di capacità di previsione sembrano fornire risultati interessanti. Allora, se l’accademico indice del benessere racconta che il miglior posto dove vivere nel pianeta è il Bhutan, non può meravigliare che uno dei picchi di felicità in Italia sia stato registrato la notte prima della fine del mondo prevista dai Maya