Battuti dalla Serbia, ottavi, fuori dal Mondiale. Ce lo avessero detto prima dell’Europeo che l’Italia avrebbe chiuso all’ottavo posto avremmo firmato qualsiasi documento. E la sconfitta di oggi non può far passare in secondo piano quanto, di buono, hanno fatto gli azzurri dallo scorso 4 settembre.

Però rimanere fuori dai Mondiali, in questo modo, fa male, anzi, malissimo. Perché approdata con pieno merito ai quarti di finale, l’Italia aveva tre chance per entrare ai Mondiali. Tre chance sprecate. Quel che fa più male è che l’Italia abbia giocato ad altissimo livello solo con la Lituania, per poi smarrirsi nelle partite sulla carta più abbordabili, Ucraina prima e Serbia poi. La formula e le poche ore per recuperare la fatica sicuramente sono discutibili, però lo sapevamo anche prima e, in qualche modo, avremmo dovuto pensare a qualche soluzione differente.

E poi Belinelli, che gioca nella Nba, è comunque abituato a giocare ogni giorno. Capitan Datome, che andrà là, deve abituarsi allo stesso ritmo.

Non possiamo fare a meno di applaudire l’Italia perché ci ha regalato emozioni, brividi. E ci ha riavvicinato alla pallacanestro. Un finale così, però, fa male perché ci lascia con l’idea che l’Italia, pur tra mille alibi – dalla stanchezza alle numerose assenze -, abbia sprecato un’occasione incredibile.

E se, come dice Pianigiani, si diventa grandi giocando partite di spessore, si diventa ancora più grandi e si acquisisce autostima e rispetto dagli avversari se le occasioni buone si prendono al volo.