Due scuole di pensiero, in questo momento, su Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan. Superato, come sostiene, silenziosamente, Barbara Berlusconi, o un fuoriclasse alla stregua di Cristiano Ronaldo come dice, apertamente, Carletto Ancelotti?

Le scuole di pensiero, probabilmente, resteranno tali. Ci permettiamo, però, di fornire alcuni elementi per una lettura migliore.

La prima, legata al “grande Milan” di Arrigo Sacchi. Una creatura figlia delle intuizioni di Galliani e Berlusconi? Gli acquisti di Van Basten, Gullit e Rijkard (ma Berlusconi stravedeva per Borghi…) furono indubbiamente importanti. Così come la decisione di affidare la guida tecnica del gruppo all’uomo di Fusignano. Ma giocatori come Franco Baresi, Paolo Maldini, Filippo Galli, Billy Costacurta, Chicco Evani e Mauro Tassotti al Milan c’erano già. Prima ancora dell’avvento berlusconiano. Di più: i primi cinque era stati prodotti dal vivaio rossonero, segno che a Milanello, nei giovani, ci avevano sempre creduto, anche quando la società non era al top.

E le intuizioni di Galliani? Sicuramente tante. Ma in tutti questi anni non possiamo dimenticare anche un bel po’ di acquisti dei quali, come rendimento e risultati, si è persa rapidamente traccia. Marcio Amoroso, Ricardo Oliveira, Ibrahim Ba, Jesper Blomqvist, Winston Bogarde (forse l’olandese più presuntuoso e più scarso di tutti i tempi), Mathias Cardacio, Kevin Constant, Vikash Dhorasoo, Digao, Edgar Davids (qua la colpa è la cessione, come quella di un certo Andrea Pirlo, a una diretta concorrente), Cyril Domoraud, Christophe Dugarry (la Juve, dallo stesso club transalpino, prese un certo Zidane) Emerson Ferreira da Rosa, Fernando Redondo, Klaas Jan Huntelaar, Josè Mari, Patrick Kluivert, Zeljko Kalac, Jehn Lehmann, Djamel Mesbah, Oguchi Onyewu, Sokratis Papastathoupoulos, Michael Reiziger, Rivaldo, Ronaldinho, Roque Junior, Dario Smoje, Taye Taiwoo, Bakaye Traorè, Umit Davala, Didac Vila, Tabare Viudez, Taribo West e Christian Ziegler (che pure in Germania era un fenomeno).

Operazioni spesso a costo zero, perché elementi svincolati. Ma per restare a Milanello – e la lista come si vede è lunga – avranno richiesto qualche compenso? Non era meglio allora puntare sul prodotto italiano?