Dopo averci cacciato dal Mondiale, ecco l’appiglio che ci regala l’Uruguay. Con una figuraccia che fa passare in secondo piano quella della nostra Nazionale. Perché una figuraccia? Premessa, il paese sudamericano meritatamente passato il turno battendo l’Italia, nel match decisivo, per 1-0. Ora, però, inspiegabilmente, prova a difendere l’indifendibile Suarez.

Di più: In Uruguay sta passando la tesi che la squalifica comminata a Suarez sia il risultato di un complotto per favorire le squadre europee. Ora, se il complotto fosse vero, facendo l’Italia parte della Comunità Europea (fino a prova contraria), i sudamericani non avrebbero nemmeno staccato il pass per gli ottavi. Perché se Suarez fosse stato espulso, l’Italia avrebbe ristabilito la parità numerica, dieci contro dieci, e forse non avrebbe perso. Con i se e con i ma, però, non si va da nessuna parte.

La tesi del complotto, però, portata avanti da un paese che schiera un centravanti con questo vizietto appare assurda. Anche perché le 9 giornate e i 4 mesi sono comunque congrue al gesto del giocatore. Avete mai giocato a calcio? Non potete rispondere negativamente. L’abbiamo fatto tutti, o quasi. Si può arrivare a capire un calcio, nell’impeto della corsa, persino una gomitata. Perché il calcio può essere anche un gesto tecnico portato all’estremo e, la gomitata, il tentativo di farsi largo o di elevarsi. Ma un morso? Cosa c’entra un morso con il calcio? Nulla, assolutamente nulla. Per mordere un avversario – e Suarez risulta pure recidivo – bisogna avere una mentalità quantomeno contorta. Bisogna provarci con l’intenzione di fare male. Un calcione può essere un gesto tecnico mal controllato, ma un morso resta un morso. E con il calcio non ha nulla a che fare.

Complotto? Noi ci batteremo, magari, per pene accessorie, per provare a redimere il giocatore. Alle 9 giornate e 4 mesi di stop aggiungeremo quattro mesi costringendo il bomber a mangiare torrone (non quello abruzzese e morbido delle sorelle Nurzia) quello durissimo, che spacca i denti. Torrone e pane raffermo per quattro mesi. Forse, provando a mordere (sgranocchiare più che altro)per mangiare, anche il buon Suarez rinuncerebbe a un gesto che, con il calcio e con il pallone non ha nulla a che fare. A meno che, appunto, non si abbia una mentalità contorta e per certi versi violenta. In quaranta e passa anni di partite di basso cabotaggio un morso in campo non l’avevamo mai visto.