San Antonio, nel Texas. Per arrivarci basta imboccare la via Emilia e girare la prima a destra. Francesco Guccini, trent’anni fa, ci era arrivato prima di tutti con il suo celebre album Tra la via Emilia e il West. Il West americano, appunto, dove si trova il Texas, dove c’è San Antonio la città che ospiterà prossimamente Ettore Messina (che strano dire del grande coach italiano, l’ultimo arrivato), Marco Belinelli (il primo italiano a vincere un titolo Nba), Emanuel Ginobili (capace di vincere subito negli States, dopo aver lasciato la Virtus Bologna con la quale aveva vinto tutto) e Claudio Crippa, uno capace di collezionare un personalissimo Grande Slam a 37 anni.
San Antonio, prima a destra, dopo la via Emilia. La presenza di tanta Bologna (Virtus e Fortitudo e vai di derby, allora…) nel Texas è qualcosa che, da un lato, riempie d’orgoglio. Ma dall’altro? Dall’altro ci costringe a subire una pesante botta di nostalgia pensando a come eravamo. Non solo più giovani (sensazione che non guasta mai), ma anche più vincenti (quelli che andavano e vanno ancora in campo, è chiaro) e per certi versi leader.
Vederli dall’altra parte dell’Oceano è indubbiamente motivo d’orgoglio, perché significa che Bologna e le Due Torri sono state capaci di produrre giocatori, allenatori e dirigenti in grado di farsi onore (e vincere) anche nel campionato più forte del mondo. Ma significa anche, botta di nostalgia mista a una punta di amarezza (perché è paradossalmente una sconfitta) che Bologna e l’Italia non sono più in grado di essere un polo di attrazione importante.
E riflettendo su quanto accaduto alla squadra di calcio, forse non è uno scandalo (piccola provocazione) pensare che pur avendo prodotto delle eccellenze della pallacanestro (d’accordo, Ginobili non è nato qui, ma è maturato a queste latitudini, chi ricorda, per esempio, un suo esordio in Eurolega, ad Atene, contro l’Aek e chiudere quell’esordio con un solo punto a referto?) siamo finiti, in tutti i sensi, in serie B.
L’importante, al di là della retrocessione, meritata o meno, sarebbe cominciare a disegnare un progetto e, perché no?, anche sognare, per tornare a essere grandi.