Giovannino Guareschi, uno che aveva la penna facile e la battuta pronta, si sarebbe divertito un sacco. Quando era direttore del settimanale “Candido”, tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, aveva lanciato la rubrica “Contr’ordine, compagni. Ci siamo sbagliati”. In quel momento storico, che risentiva della divisione tra blocchi – Stati Uniti da una parte, Unione Sovietica dall’altro -, Giovannino aveva scelto di essere, coerentemente con la sua storia, anticomunista. E, nelle sue vignette, prendeva di mira quelli che chiamava “trinariciuti”.
Un “Contr’ordine compagni (dirigenti), ci siamo sbagliati”, potrebbe pronunciarlo oggi la Ceb, la federazione europea che si occupa di baseball. Nemmeno un mese fa, proprio su questo blog, avevamo espresso i nostri dubbi e le nostre perplessità su quello che avevamo bollato come un passo indietro. Coppa dei Campioni ristretta a una squadra per nazione: un bell’autogol, avevamo detto, in un momento in cui – il calcio insegna, almeno dal punto di vista dell’immagine – si cerca al contrario, per trovare pubblico e appassionati, di moltiplicare le partite tra club storici e di blasone.
Nella formula decisa dalla Ceb, a fine ottobre, ci sarebbe stato spazio solo per la Fortitudo UnipolSai di Stefano Michelini, Christian Mura e Marco Nanni. Fuori, almeno nelle direttive di fine ottobre, sia San Marino sia Rimini. E dentro paesi, passateci la similitudine azzardata e sicuramente poco… educata, da terzo mondo del baseball.
Il malumore dilagante deve essere arrivato fino ai vertici della Ceb. E, almeno una volta, questo malumore diffuso (perché si trattava di un autogol, non abbiamo cambiato idea in merito), ha smosso la montagna. Per il 2015 (anche se mancano ancora le date ufficiali, i luoghi delle qualificazioni) si dovrebbe (il condizionale è d’obbligo visto l’umore ballerino dei signori della Ceb) tornare alla formula delle ultime stagioni. Con la speranza che, comunque, quell’idea che era venuta ai massimi dirigenti europei a fine ottobre, resti in qualche cassetto di qualche ufficio. Senza alcuna possibilità di trovare attuazione. Perché comunque con una formula spettacolare e aperta a grandi club, il baseball, tutto il baseball, non potrebbe che trarne giovamento. E bene ha fatto il baseball di casa nostra, al di là di quelle che possono essere le nostre motivazioni, a far sentire, a gran voce, il proprio parere.