Lo sport, a differenza di molti aspetti della quotidianità, piace perché, alla fine, premia il merito. Ecco perché abbiamo qualche dubbio (senza avere la pretesa di avere ragione a tutti i costi) su un aspetto del campionato italiano. Lo diciamo oggi, dopo che la Fortitudo ha conquistato il diritto di avere l’eventuale bella in casa, ma il dubbio era precedente. Ovvero: che senso ha, a questo punto, vincere la stagione regolare (o comunque la prima fase) se questo non dà diritto ad alcun vantaggio? Certo, per staccare il pass per le semifinali (o per i playoff, fate voi) bisogna arrivare tra le prime quattro. Ma a questo punto arrivare primi (nella stagione regolare, non alla fine) o quarti non ha nessun significato particolare. Diverso, invece, sarebbe riconoscere il merito: chi ha dominato la stagione regolare ed è capace di conquistare la finale (non sempre riesce) dovrebbe avere quantomeno il diritto di avere un piccolo vantaggio in sede di finale.
Poi è vero che giocare in casa o fuori cambia poco (se non per essere più abituati a percorrere certi tratti del campo), ma un incentivo, a chi vince la stagione regolare, andrebbe riconosciuto.
E già che ci siamo, un ultimo dubbio sulla formula della finale: 2 gare in casa della prima, tre in casa della seconda e ancora due in casa della terza. Formula che abbiamo mutuato dai playoff a stelle e strisce dove le distanze, rispetto a casa nostra, sono abissali. Veri e propri viaggio con cambio anche di fuso orario. L’Italia è più piccola. Di più: il baseball, al di là del fatto che per il secondo anno consecutivo si giocherà la finale tra Bologna e Rimini (due piazze distanti un centinaio di chilometri), ha quasi una valenza, per quello che concerne la Ibl, interregionale perché si gioca in Emilia Romagna (Fortitudo, Rimini, Parma, Godo, San Marino), in Veneto (Padova) e nel Lazio (i due club di Nettuno).
Forse anziché la formula 2-3-2, sarebbe meglio un 2-2-1-1-1. Perché se chi parte in casa, stecca, rischia di perdere subito o quasi (anche se la storia dello scorso anno ci insegna il contrario).
Viste le distanze tutt’altro che abissali, forse, un pensierino andrebbe fatto.