PalaDozza, secondo weekend di giugno. Il Csi ha scelto la location più suggestiva per celebrare le finali dei vari campionati di basket. PalaDozza e piazza Azzarita, per chi è nato e cresciuto a Bologna, sono sinonimo di canestri, sono il luogo migliore dove imparare e crescere. A pane e pallacanestro naturalmente. Il Csi, che in questa stagione festeggia i suoi primi settant’anni di vita, ha deciso di regalarsi e di regalare alle società che sono arrivate in fondo un’emozione. Perché i canestri e i tabelloni sono uguali dappertutto (più o meno), ma salire quei tredici gradini che dagli spogliatoi ci portano in alto e ritrovarsi nel cuore del PalaDozza è qualcosa che toglie il fiato. Che inorgoglisce, sempre e comunque.
Non solo PalaDozza, però, perché il Csi, settore basket – una ne fanno e mille ne pensano – per questa due giorni hanno lanciato pure il referto elettronico e la schedina. Per non essere semplicemente a passo con i tempi, ma per precederli. I canestri del Csi sono già nel futuro, perché non si può vivere di ricordi e di rimpianti. Ma il Csi, saggiamente, si guarda anche le spalle. Perché, chi non conosce le proprie origini e non conosce la propria storia, non può avere futuro.
Per questo, tra le suggestioni offerte dal PalaDozza, ce n’è un’altra che regala ulteriori brividi ed emozioni. In mezzo a tanti premi – mvp, tiro da tre, fairplay e quant’altro – ce n’è uno speciale. Al Csi (bravissimo in questo senso Francesco Nanni a farsi promotore del messaggio) hanno pensato a un riconoscimento al custode migliore. Qualcuno scelto dalle stesse società, che hanno segnalato i loro referenti. Perché avere un impianto è importante. Ma se non c’è nessuno che in quell’impianto apre le porte e tiene pulite le docce (svolgendo altre mille mansioni con la stessa passione e lo stesso entusiasmo) non andiamo da nessuna parte. E’ bello e suggestivo che questo premio sia intitolato alla memoria di Amato Andalò, per un quarto di secolo custode e signore del PalaDozza. Un uomo che ci ha lasciato pochi mesi fa, ma che in eredità ci ha trasmesso la cura per il PalaDozza, per una proprietà che è di Bologna e dei bolognesi. Ci ha insegnato ad avere cura delle cose in comune. Ci ha dato una lezione di vita. Futuro, presente e passato: il mix che ha scelto il Csi per regalare alle Due Torri due giornate davvero speciali.