Lancio pazzo

“Vale ancora tutto”: la strenna natalizia (e non solo) di Lorenzo Sani

Lo sport, soprattutto sotto le feste, entra in tutte le case. Campionato di calcio di serie A, Coppa Italia, campionati stranieri, Nba. C’è però anche un altro modo di approcciarsi allo sport. Senza parole urlate, nel silenzio della propria camera, leggendo, ridendo, sorridendo e, magari, versando qualche lacrima. “Vale ancora tutto” storie segrete della pallacanestro italiana è l’ultima fatica che Lorenzo Sani, una vita a “il Resto del Carlino”, ha scritto per Minerva Edizioni (16,90 euro).
E’ il remake del precedente “Vale tutto”, con un paio di storie in più. Ma sono storie di vita vissuta che ti inchiodano, ti costringono a leggere, ti spingono a rileggere tutto, fino all’ultima riga. Ti commuovono, perché fanno parte della nostra storia, di noi inguaribili appassionati di uno sport chiamato pallacanestro. C’è la storia di Fessor Leonard, quantomeno l’ultima fase. La parentesi svizzera quella che, negli anni Settanta, noi di Bologna, avevamo vissuto solo per sentito dire. E per sentito dire, in una sorta di immaginario collettivo, Fessor Leonard era morto per droga. Alzi la mano chi, onestamente, non abbia questo flash dell’ex americano della Fortitudo. Invece Sani ci offre uno spaccato di quegli anni, ricostruendo la tragica e sfortunata fine di un gigante nero, morto per aver respirato monossido di carbonio (per un banale principio di incendio), perché dormiva su un materasso appoggiato per terra. Perché non esistevano letti capaci di ospitare un 213 centimetri.
La scomparsa, poi, di Rudy Terenzi, per una malattia tanto rara quanto incurabile, diventa il la per raccontare la storia di un gigante cresciuto a Pesaro e diventato un big a Montegranaro. La storia di Rudy finisce per intersecarsi con quella di Stefano Michelini e di Roberto Quercia, ex giocatore, che si è scoperto pranoterapeuta. Piccole grandi storie, di persone in carne e ossa che possiamo incontrare tutti i giorni. Leonard e Terenzi (Rudy) non sono più tra noi, ma il loro ricordo ci viene incontro attraverso personaggi reali. Per noi di Bologna, che magari trascorriamo qualche serata al Mulino Bruciato, è facile ascoltarle dal vivo. Perché Stefano Michelini, il “Michelo”, è un narratore di aneddoti straordinario. Sugli stessi tavoli, Luciano Trapella, che era andato a trovare Fessor in Svizzera.
La penna arguta di Lorenzo Sani, che non si accontenta delle impressioni, ma che è capace di scavare in profondità – senza “contestare” né tiri né rimbalzi – ci riporta indietro nel tempo. Ci fa scoprire campioni affermati e campioni del sommerso. Campioni sul campo, certo, ma giganti di umanità e di rapporti umani. Oltre alle nuove storie, sotto Natale, non si può perdere la sfida tra Ciccio Cantergiani e Sugar Richardson, i canestri di Reggio Emilia, la parentesi bolognese di Connie Hawkins, che lasciò il segno senza mai giocare per la Fortitudo. E, a proposito di Fortitudo, anche l’angelo che, dalle volte del PalaMalaguti (una volta si chiamava così), avrebbe dovuto portare in dono il primo scudetto dell’Aquila a Carlton Myers. Belle storie, le nostre storie, che Lorenzo ha messo insieme, assemblato. Curato con la passione del cronista cacciatore di notizie, ma pure con lo scrittore che, con un linguaggio pulito e immediato, ci tiene lì. Vale ancora tutto: il modo migliore, per chi ama la pallacanestro, di restare per qualche ora in compagnia di un po’ di silenzio, di meditazione, di storie fantastiche e reali. Del nostro mondo.

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