Lancio pazzo

“Rada”, la Fortitudo saluta il campione che ha deciso di smettere

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Dicono che i campioni siano una razza in via d'estinzione. Forse. Quel che è certo, però, è che la presenza dei campioni è un tratto che distingue i club normali dalle società speciali. Quelle che hanno non tanto il blasone o i titoli (che per altro non guastano mai), ma anche delle storie (belle, profonde) da raccontare. E tra le storie (davvero belle) da raccontare, la Fortitudo ce ne ha una che, proprio in questi giorni, ha conosciuto la parola fine (sarà poi vero?).
"Il guantone l'ho già appeso al chiodo da tempo. Ora, forse, è il momento di mettere anche il braccio a riposo". Se la ride Roberto Radaelli, per tutti "Rada", un'icona del batti e corri nazionale, una leggenda per Bologna e per la Fortitudo. E dire che, se senti parlare "Rada", non trovi nulla di bolognese perché la sua cadenza è figlia di Bollate, nel Milanese, dove è nato quasi sessant'anni fa. Ma "Rada", ormai, è bolognese a tutti gli effetti. Perché ha preso casa qui, perché conosce il Gianni Falchi come le sue tasche, perché, tra una vita (quella da giocatore) e l'altra (quella da pitching coach) ha messo la firma su quasi tutti i trionfi della società biancoblù.
Basterebbe questo per farle entrare nello speciale gruppo degli "highlander" Fortitudo. Ma per lasciarsi affascinare dal personaggio "Rada" basta stare ad ascoltarlo. Baseball, certo, ma non solo, perché Roberto è un ragazzo curioso, che ama guardarsi attorno, osservare, scrutare, capire.
Poi, per restare nel baseball,quelle uscite dal "dugout", per andare a parlare con il lanciatore (in difficoltà) di turno. Lo sguardo fiero e nello stesso tempo tranquillo. L'incedere da "cowboy" di frontiera, pronto a difendere le "sue" proprietà (il Gianni Falchi e la storia Fortitudo) e la voglia di non mollare mai. Perché nel baseball, fino a quando non si arriva all'eliminato numero ventisette, non si può mai dire. Lele Frignani, attuale manager, perde un ex compagno - Daniele cominciava a muovere i primi passi quando Roberto stava per chiudere la sua carriera da agonista - fedele e affidabile. La Fortitudo dovrà ricominciare da capo. Ma fino a un certo punto. Perché "Rada" continuerà a frequentare il Falchi, anche se ora avrà più tempo da dedicare alla sua Cristina. In ogni caso, anche se non avrà più il ruolo di pitchting coach, sarà sempre un piacere e un onore ascoltarlo. Perché le leggende - e Radaelli fa parte di questa ristretta e nobile cerchia - non tramontano mai. Grazie di tutto, Rada.

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