Fonti di energia rinnovabili: la geotermia in Italia
L’energia geotermica è una forma di energia che deriva dal calore presente negli strati in profondità della crosta terrestre
L'energia geotermica è una forma di energia che deriva dal calore presente negli strati in profondità della crosta terrestre. Penetrando in profondità nella superficie terrestre, la temperatura diventa gradualmente più elevata, aumentando mediamente di circa 30°C per ogni km; mediamente si ha un aumento di 30°C ogni km nel mantello e 80°C ogni 100 km nel nucleo. Gli impianti geotermici a bassa temperatura sfruttano la temperatura della terra negli strati più superficiali (fino ad una profondità di 100 metri) che resta costante tutto l'anno. In Italia varia tra i 12° e i 17°C. Questa proprietà caratteristica del terreno superficiale consente di estrarre calore da esso in inverno in modo semplice ed efficiente e di utilizzarlo come sorgente fredda in estate. E’ su questo ultimo punto che si sviluppano i vantaggi enormi che verrebbero offerti dall’utilizzo di questa fonte praticamente inesauribile che è offerto dal calore del sottosuolo.
Oltre a questo vantaggio per cui il calore è disponibile tutto l’anno in quanto non dipende dalle stagioni o dalle condizioni metereologiche se ne aggiungono altri , quali: La possibilità di produrre e consumare energia elettrica utilizzando da una fonte di energia pulita. risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica (HERA), contribuire alla limitazione delle imissioni in atmosfera dei gas nocivi responsabili dell’effetto serra, possibilità di usufruire di contributi pubblici per l’acquisto dell’impianto. Il calore non è necessario immagazzinarlo.
Oltre alla produzione di energia elettrica, sono possibili svariati impieghi:
acquicoltura (al massimo 38 °C), serricoltura (38 - 80 °C), teleriscaldamento (80 - 100°C), usi industriali (almeno 150 °C).
L’Italia potrebbe essere il Paese leader della geotermia a basso o nullo impatto ambientale. Questo è quanto è emerso al convegno internazionale organizzato dall’ INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Il nostro Paese potrebbe sviluppare infatti fino al 10% della produzione di elettricità necessaria dal suo suolo vulcanico, soprattutto nella fascia tirrenica centro-meridionale: la stessa quantità prodotta da quattro centrali nucleari. Fino ad ora è mancata la progettazione e di forme di sfruttamento compatibili con salute, ambiente e territorio del calore del sottosuolo. Le nuove centrali geotermiche circuito chiuso sono infatti molto diverse dalla vecchie e inquinanti installazioni. La geotermia, con le attuali tecnologie – hanno spiegato gli esperti – è una fonte energetica molto versatile, che si presta alla co-generazione elettrica e termica su una larga scala. L’estrema adattabilità degli impianti, ed il trascurabile impatto ambientale ottenibile utilizzando tecnologie di re-iniezione in falda dei fluidi geotermici dopo il loro utilizzo, rende questa antica fonte rinnovabile, inseribile anche in aree altamente urbanizzate.
In Europa lo sviluppo di progetti per l’utilizzo di quest’energia è significativo: “L’Islanda –stima di poter produrre 100.000 megawatt nei prossimi 50 anni con la geotermia”. La Francia conta di moltiplicare per sei, da qui al 2020, la quantità di energia ottenuta dal calore del sottosuolo, generando anche una quantità di calore tale da riscaldare 2 milioni di abitazioni.
E’ utile sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sullo sviluppo ecologicamente sostenibile di questa fonte rinnovabile, che potrebbe essere una valida alternativa ad altre forme di utilizzo dell’energia come quella ipotizzata ad esempio con l’utilizzo delle centrali nucleari.