Rapporto Istituzioni-cittadini
Le istituzioni sono importanti per il funzionamento di una democrazia e per il buon governo di un Paese.Tuttavia nonostante i processi di riforma e i tentativi di modernizzazione avviati negli ultimi decenni in Italia, il livello di fiducia da parte dei cittadini nei confronti di chi esercita funzioni di governo e riveste ruoli di responsabilità nella gestione della cosa pubblica è in generale molto basso, e tende costantemente a peggiorare
Le istituzioni sono importanti per il funzionamento di una democrazia e per il buon governo di un Paese.Tuttavia nonostante i processi di riforma e i tentativi di modernizzazione avviati negli ultimi decenni in Italia, il livello di fiducia da parte dei cittadini nei confronti di chi esercita funzioni di governo e riveste ruoli di responsabilità nella gestione della cosa pubblica è in generale molto basso, e tende costantemente a peggiorare. Anche se esistono molti casi di “buona amministrazione”, soprattutto a livello locale, non è una novità che la percezione diffusa dal cittadino nei riguardi delle amministrazioni pubbliche è in genere di scarsa affidabilità e di eccessiva lentezza oltre che di difficoltà nella chiara comprensione di ruoli e metodologie proprie di ogni Ente. Esiste una difficoltà per i cittadini ad accedere e disporre di informazioni chiare e attendibili sul funzionamento delle istituzioni e sulla qualità del loro operato. Questi deficit che non consentono di distinguere le differenti realtà, di analizzare le istituzioni per quello che sono e realizzano, costituiscono elementi di crisi e di debolezza dei meccanismi di partecipazione alla vita democratica del Paese. Comuni, Province, Regioni, e Asl diventano così, spesso realtà anomale al cittadino.
Da una parte bisognerebbe che le istituzioni snellissero i vari iter burocratici, dall’altro che i cittadini ricercassero un maggior controllo su questi Enti e avessero maggior consapevolezza del proprio potere decisionale.
Una strada percorribile per i cittadini sarebbe allora quella di esercitare il diritto di analizzare autonomamente la realtà e di formulare un giudizio su di essa, di sviluppare una capacità di intervento, e quindi di partecipare responsabilmente al miglioramento delle istituzioni.
La condizione perché questo avvenga è che i cittadini possano avere accesso a informazioni fondamentali in merito al funzionamento delle amministrazioni pubbliche,
Dovrebbero essere dunque i cittadini stessi, perché no, organizzati e dotati di adeguati strumenti e tecniche di valutazione, a produrre informazioni rilevanti su ambiti di analisi ritenuti significativi, quali servizi resi da soggetti pubblici o privati (es. sanità, trasporti, scuola, telecomunicazioni, utenze, servizi finanziari, etc.) o le politiche pubbliche attuate in determinati settori (come welfare, ambiente, giustizia), a livello nazionale o locale.
Tali attività consentirebbero così di monitorare e verificare, ad esempio, il rispetto di determinati standard quanti-qualitativi previsti da impegni contrattuali e controllare determinati adempimenti o obblighi normativi, talvolta purtroppo largamente disattesi dalle istituzioni
I cittadini non dovrebbero limitarsi all’espressione di opinioni soggettive, ma essere in grado di formulare giudizi fondati sulla base di dati e informazioni raccolti e elaborati secondo metodi predefiniti e, per quanto possibile, scientificamente validi e rigorosi.
Da queste procedure possono derivare azioni di informazione, ascolto e assistenza ai cittadini, di partecipazione alle politiche pubbliche o più semplicemente di denuncia, reclamo o azione legale quando le istituzioni disattendono a compiti precisi.
Una sorta di educazione civica pratica e consapevole.
Solo in questo modo si favorirebbero reali processi di cambiamento nell’interesse dei cittadini e della collettività e si potrebbe finalmente creare un contatto diretto e trasparente fra istituzioni e cittadini: elemento che ad oggi è ancora purtroppo poco presente.