Visto dall'architetto

Temporary shop: metodi di contrasto alla crisi

In questi periodi di crisi economica che investono l’Europa e l’Italia in primis, qualsiasi forma , idea o intuizione che possa contrastare il rallentamento economico , può e deve essere presa come un fattore estremamente positivo.Una di queste intuizioni, è offerta dai “temporary shop”.

In questi periodi di crisi economica che investono l’Europa e l’Italia in primis, qualsiasi forma , idea o intuizione che possa contrastare il rallentamento economico , può e deve essere presa come un fattore estremamente positivo.

Una di queste intuizioni, è offerta dai “temporary shop”.

I temporary shop sono i negozi che vengono aperti per un periodo limitato e che offrono prodotti specifici. Negli Stati Uniti, è una tendenza già collaudata da tempo. Gli americani li chiamano “pop-up shops”: sono negozi che aprono per poche settimane e  per lo più, nascono nei periodi di festa, come Halloween o Natale. Il fenomeno dei temporary shop ha fatto la sua comparsa in Italia ormai da diversi anni ed è, forse, l’espressione più immediata di questa nuova economia, poiché rende reale e visibile l’aspetto provvisorio e precario del mercato. Il risparmio è senza dubbio il principale segreto del successo di questo nuovo modo di fare economia, ma non è l’unica componente. Secondo gli uomini del marketing che ne tessono le lodi, infatti, il punto forza di questa nuova tendenza sarebbe la sensazione percepita, varcando la soglia di questi negozi a tempo, di partecipazione a un vero e proprio evento. Se la convenienza è una delle armi di successo di queste realtà,. inevitabile, a questo punto, il parallelismo con la già affermata tendenza degli outlet.  Rispetto agli outlet tradizionali, i temporary shop hanno degli sconti che si aggirano intorno al 50 – 70% ed hanno un nuovo vantaggio: le collezioni di abbigliamento non sono vecchie o di seconda mano ma sono quelle attuali. Quindi nessun difetto di fabbrica nei temporary shop, qui si trovano gli stessi abiti di una boutique solo che sono in misura minore e che possono esaurirsi nel giro di un giorno o di una settimana. E’ difficile anche capire dove si trovano i temporary shop visto che possono apparire all’improvviso in una strada della città anche se ultimamente viene fatto un marketing in preavviso. La città che ne conta di più in Italia è Milano, per le altre ci sono pochi temporary shop. Ma la moda e il trend è in espansione e tutto da scoprire. In Usa chiudono dopo una o due settimane al massimo, per permettere di lanciare e testare il successo di un nuovo prodotto o di comunicare il marchio. In Italia, la durata del loro esercizio, si spalma in uno spazio temporale di circa tre mesi.

I diritti del cliente sulla merce acquistata, sono gli stessi dei normali negozi, in termini di garanzie, sicurezza, durata e qualità del prodotto. Se il negozio temporary ha già chiuso,per sapere su chi rivalersi, è necessario informarsi su chi era il titolare dell’attività di vendita (il marchio o dettagliante venditore), verificando lo scontrino di acquisto e facendo una visura semplice presso la Camera di Commercio.

Per quel che riguarda la nostra città, Bologna saluta con favore l'apertura del primo temporary shop in pieno centro, il Romanò Temporary Shop di via Farini 32. E’ un episodio importante perché potrà essere un'esperienza pilota e quindi  seguita da altre significative sperimentazioni in città e provincia. Un aspetto che senz'altro dovrà essere valutato per favorire la nascita di temporary shop è la modifica dell'attuale disciplina regionale per l'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio che prevede una distanza temporale di 30 giorni tra il ricevimento della comunicazione di inizio attività e l'apertura effettiva del punto vendita, oltre ad una semplificazione amministrativa con un'apposita modulistica dello sportello unico dell'imprese che contenga la previsione di una data di inizio ed una di fine attività, specifica appunto dei temporary shop.

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