Stazione dell’alta velocità a Bologna
La linea ferroviaria di Bologna divide in due parti la città, una quella medievale e ottocentesca del centro, che parte già fuori dalla stazione, passando dagli edifici eclettici di inizio secolo scorso, fino agli impianti urbani medievali a sviluppo radialetipici del centro vero e proprio
La linea ferroviaria di Bologna divide in due parti la città, una quella medievale e ottocentesca del centro, che parte già fuori dalla stazione, passando dagli edifici eclettici di inizio secolo scorso, fino agli impianti urbani medievali a sviluppo radialetipici del centro vero e proprio. L’altra parte è quella presente alle spalle della stazione, a nord, che dagli edifici della Bolognina porta al tessuto urbano più recente, caratterizzato dalle organizzazioni spaziali a maglia regolare ed uniforme. E’ la Bologna industriale e commerciale del nostro secolo, rappresentata dalle torri progettate da Kenzo Tange per la Fiera District e dalla nuova sede comunale di Cucinella. Da questo, il difficile tentativo di ricucire i due differenti impianti urbani attraverso la realizzazione del nuovo polo ferroviario, in grado di riunire le nuove e le vecchie dotazioni funzionali: la stazione dell’alta velocità, interrata, progettata da Bofil, in via di realizzazione, la nuova linea della metropolitana, il people mover, in grado di collegare la stazione centrale all’aeroporto in pochi minuti, i nuovi parcheggi interrati, le fermate dei taxi e la preesistente maglia ferroviaria dei treni a media percorrenza. Il progetto della nuova Bologna Centrale è stato sviluppato da Arata Isozaki, a capo di un gruppo di progetto formato da Ove Arup & Partners e dallo studio italiano M+T & Partners, vincitore dell'apposito Concorso internazionale bandito da RFI nel giugno 2007. L’idea portante del nuovo progetto è basata sulla possibilità di realizzare un nuovo fulcro in grado di riunire le preesistenti e le nuove funzioni previste, presentandosi al contempo come un ponte semantico tra il vecchio ed il nuovo impianto urbano. Un altro tema importante era il rapporto con la vecchia stazione esistente, vincolata dalla Soprintendenza, e con piazza XX settembre, caratterizzata dall’antica porta Galliera e dai resti delle antiche mura romane. L’edificio storico della stazione, vincolato verrà lasciato intatto, arricchito esclusivamente dagli interventi di soft restyling degli spazi antistanti. Per conservare un rapporto di continuità storica con la città, l’edificio a ridosso di ponte Matteotti verrà ristrutturato a funzione alberghiera, ricoprendo la corte interna con una struttura in vetro per ottenere la nuova hall di ingresso della stazione. I tre elementi cardine intorno ai quali ruota lo sviluppo della stazione sono una Piastra, un Tubo e un'Isola che ospitano tutte le funzioni principali.
La Piastra è la stazione ponte, volume centrale di passaggio: una struttura a bassa quota caratterizzata da una serie di corti interne vetrate e bucate che hanno la funzione di portare e diffondere luce all'interno della scatola e sotto, verso i binari. La luce naturale è in questa struttura il tema conduttore del progetto. Le corti interne della stazione-ponte creano dei poli di attrazione luminosa per i viaggiatori. Nei doppi volumi interni si può vedere fino ai binari sottostanti. Differenti tipologie di aperture sono state previste nelle corti per caratterizzarle in modo diverso e rendere la luce l’elemento protagonista del progetto. La scatola è un grande spazio commerciale su due livelli, con il secondo ad altezze diverse che offrono spazi variati, terrazze. All'interno una sala polifunzionale multiuso. Il bianco è il colore dominante: intonaco all'esterno, tetto coperto da ghiaia, resine bianche per gli interni.
Il Tubo funziona da collegamento tra la Piastra e l'Isola. Si sviluppa su due livelli come ponte intermodale; il movimento è garantito da tapis roulant che attraversano gli spazi commerciali. L'Isola è l'edificio che si affaccia sulla nuova sede comunale e si integra con il passaggio del “people mover”. Ospita la centrale termica, fornendo energia pulita alle strutture servite. La stazione centrale, come porta di ingresso alla città, punto di arrivo e di passaggio, viene intesa, con il nuovo progetto, come ponte tra vecchio e nuovo, tra storico e contemporaneo, capace di ricucire ed integrare, salvaguardando la memoria.