Visto dall'architetto

MURI CHE RACCONTANO

Uno dei luoghi più incantevoli dell’interland bolognese è quello di Dozza Imolese, piccolo borgo medievale dalla forma a fuso, adagiato sulle prime colline che dominano la via Emilia fra Bologna e Imola.

Uno dei luoghi più incantevoli dell’interland bolognese è quello di Dozza Imolese, piccolo borgo medievale dalla forma a fuso, adagiato sulle prime colline che dominano la via Emilia fra Bologna e Imola.

La Rocca è un riuscito esempio di fortezza del XIII secolo, potente e massiccia all’esterno, impenetrabile. La pianta è esagonale, con due torrioni e un perimetro di 530 m.

Varcato il ponte levatoio, ricostruito sul modello dell’antico, l’edificio si apre con un cortile centrale.

All’interno, tra le altre, spiccano la sala di rappresentanza, arredata con mobili e dipinti del ’700, la pinacoteca della famiglia Malvezzi, la Camera di Pio VII, la cucina, ancora con gli utensili d’epoca, il “pozzo a rasoio” e le più cupe sale delle torture e prigioni. Infine, non va dimenticata nei sotterranei dell'edificio la grande sala che ospita l'Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna, con più di 600 vini di pregio e meta di un vero e proprio pellegrinaggio da parte degli appassionati.

Il resto del costruito all’interno delle mura è per lo più composto da piccoli edifici a due o tre piani, che conservano ancora intatto lo stile vernacolare del tempo,  ed è proprio tra i vicoli stretti e silenziosi dell’abitato che l’atmosfera cambia, divenendo sorprendentemente leggera, sognante,  intrisa di poesia e colore rappresi sui muri delle piccole abitazioni del borgo.

Man mano che ci si addentra nel paese si schiudono agli occhi i meravigliosi murales dipinti sulle pareti delle case, con i loro colori ancora intensi, penetranti nonostante gli anni trascorsi dalla loro realizzazione. Novanta e più affreschi dipinti sui muri delle case da artisti diversi per nazionalità, tecniche e stili, che hanno reso il paese una galleria d’arte a cielo aperto, sin da quando negli anni 60 si decise di rilanciare il borgo come meta turistica.

La realizzazione delle opere è proseguita nel tempo, assumendo così tanta organicità all’interno del contesto abitato, che è come se i muri fossero stati concepiti così sin dall'inizio. Il risultato di oltre 30 anni di lavoro è custodito nella Pinacoteca del Muro Dipinto dove si trovano i “bozzetti” delle opere murali, una vera Galleria d’Arte moderna allestita, anche questa, nei saloni della Rocca Sforzesca.

Hanno scelto Dozza, artisti come Matta, Saetti, Tornquist, Keizo, Licata, Sassu, Brindisi, Mascellani, Pozzati, solo per citarne alcuni tra i 200 che sono passati da qui.

Muri come quadri, che sembrano parlare. Borghi e paesi come luoghi di confronto tra arte e quotidiano, tra pittori e abitanti, tra fantasia e realtà.
E' l'Italia dei Musei all'Aperto, senza soffitti, né pareti. Non chiudono mai, si possono visitare ad ogni ora del giorno e della notte, senza code e senza pagare biglietto d'entrata. Qui le strade sono corridoi espositivi, mentre le facciate delle case, le finestre ed i portoni, si trasformano in grandi tele da ammirare. Ovunque si ritrovano affreschi che occhieggiano da ogni angolo, raffiguranti temi religiosi, momenti di vita contadina, vecchi mestieri, antiche tradizioni, realizzati da pittori famosi o meno conosciuti, ma sono sempre "murales d'Autore", nati dalla gente e per la gente.

Gli stili e le tecniche sono molteplici, dal neorealismo alla pop Art, dall’astrazione al naif rurale.
Ogni due anni, a settembre, il piccolo paese rivive gli slanci di un tempo, quando nel 1960 ebbe inizio la prima Biennale d’Arte contemporanea del Muro dipinto.

Nonostante la zona circostante sia estremamente vivace, il paese che conta al suo interno non più di 400 abitanti tra locali e stranieri, si è conservato intatto e libero da contaminazioni di stile, fatta eccezione che per i murales, che hanno contribuito a valorizzare ulteriormente l’impianto originario.

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