Visto dall'architetto

Recupero del patrimonio abitativo residenziale

se il settore edile vive la crisi più grave mai registrata a partire dal dopoguerra, unica eccezione sono invece gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio.Il Pil in Italia sta registrando un nuovo peggioramento.

Se il settore edile vive la crisi più grave mai registrata a partire dal dopoguerra, unica eccezione sono invece gli interventi per il recupero del patrimonio edilizio.

Il Pil in Italia sta registrando un nuovo peggioramento.

Secondo la nota di aggiornamento del Def, il calo si attesta sul 2,4% a causa di un indebolimento che ha colpito sia i consumi che gli investimenti.

Per quanto riguarda le costruzioni, l’intensità della caduta è simile a quella registrata nel 2009, cioè nella fase iniziale della crisi.

Dal 2008 al 2013, il settore delle costruzioni ha perso il 30% degli investimenti in tutti i comparti.

Fanno appunto eccezione gli interventi per il recupero del patrimonio abitativo residenziale, che hanno invece registrato una crescita del 12,6%.

In Italia si è recentemente stimato che il mercato del rinnovo delle costruzioni è un settore che mette in moto circa 80 mila miliardi l’anno, di cui almeno 50 mila derivanti dal solo recupero residenziale.

Non è azzardato quindi affermare che per la particolarità dei lavori di rinnovo (proprio perché si tratta di interventi su edifici moderni ma non contemporanei che richiedono modalità di intervento e tipologia di lavori assai diversificate segmentati) si metterà in moto, nei prossimi anni, progressivamente, un rilancio sostenuto delle attività imprenditoriali legate al comparto edilizio (artigianato, piccole medie imprese, arredamento, impiantistica, componentistica e relativi indotti) e in particolari di quelle gravitanti intorno al segmento abitativo.

L’attività di recupero sarà, infatti, la principale attività che nel futuro in tutte le medie e grandi città italiane si espliciterà in modo sostenuto e con forte dinamicità imprenditoriale, anche con operatori estremamente frazionati e tutta l’Italia ha urgente bisogno di questa riqualificazione di natura ambientale e abitativa.

Dalle analisi di mercato si nota anche che il mercato del rinnovo del patrimonio residenziale esistente è eseguito per oltre il 50% da piccole imprese o da artigiani e che il mercato del recupero residenziale in particolare, è un mercato che offre molte opportunità per gli operatori del settore.

Fra dieci anni più del 50% del patrimonio abitativo avrà più di quarant’anni, soglia oltre la quale il prodotto edilizio necessita di interventi di rinnovo per mantenere intatta la propria funzionalità.

La crescita della domanda potenziale avrà il carattere esponenziale della produzione edilizia residenziale degli anni ‘60, ’70 e ‘80, quando si costruivano 400.000 abitazioni l’anno. In questi termini la proposta che fornisce il recupero edilizio assume un carattere innovativo e di sviluppo, anche alla luce di un’interpretazione originale della nuova legge urbanistica regionale ponendosi come strumento di riqualificazione volto al consolidamento dell’identità fisica e spaziale del carattere urbano delle città, esigenza questa oggi avvertita da tutti come necessaria e non più oltre rinviabile.

Oggi più che mai è necessario riqualificare le ampie zone dismesse presenti sul territorio italiano, offrendo nuove immagini a realtà esistenti evitando così anche lo sfruttamento di nuovi terreni sempre meno presenti all’interno del nostro tessuto urbano.

Con la riqualificazione dell’esistente si potrebbero raggiungere tutti questi obiettivi in maniera programmata ed efficacia.

E’ necessario l’avvio di proposte concrete sulla riqualificazione delle città, sul come intervenire sul patrimonio esistente, e sull`introduzione di processi di demolizione e sostituzione che in Europa trovano da tempo applicazione. Il tema della trasformazione urbana, rappresenta certamente un fattore strategico per la crescita e la competitività del Paese, al quale il settore delle costruzioni potrà contribuire concretamente.

comments powered by Disqus