Visto dall'architetto

CO HOUSING

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare, anche nel nostro paese, di COHOUSING.Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni 60 ed è, ad oggi, diffuso specialmente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone.

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare, anche nel nostro paese, di COHOUSING.

Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni 60 ed è, ad oggi, diffuso specialmente in Danimarca, Svezia, Olanda, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone.

Il fenomeno, infatti, rimane ristretto al contesto nord-europeo fino agli anni Ottanta quando attecchisce prima negli Stati Uniti e, successivamente, in Australia.

A livello europeo, negli ultimi decenni, il cohousing si è diffuso all'esterno dei paesi scandinavi, dapprima in Germania e, solo in anni recenti, grazie ad una volontà politica trainata dall'Europa, nei  paesi mediterranei, tra cui l'Italia.

A questo punto è doveroso rispondere ad una semplice domanda : cosa è di preciso il cohousig?


“… è una particolare forma di vicinato dove coppie e singoli, ognuno nel proprio appartamento, decidono di condividere alcuni spazi e servizi comuni come il mangiare, la gestione dei bambini, la cura del verde, ecc. Insomma qualche cosa di più rispetto al tradizionale condominio, dove ognuno è trincerato all’interno del proprio appartamento, ma qualche cosa di meno di una comune, dove a legare tutti i membri è anche la condivisione dell’economia” (da “Cohousing e condomini solidali” a cura di Matthieu Lietaert).

Le comunità di cohousing combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (nidi per l’infanzia, laboratori per il fai da te, auto in comune, attrezzature per lo sport, stanze di servizio e per gli ospiti, orti e spazi verdi) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale.

La realizzazione è legata alla progettazione partecipata che riguarda sia il progetto edilizio vero e proprio – facilitando già sul nascere i contatti e le relazioni sociali – sia il progetto di comunità: cosa e come condividere, come gestire i servizi e gli spazi comuni.

Il cohousing costituisce una alternativa all’abitare tradizionale che si propone di rispondere, in modo nuovo, a numerose problematiche legate ai consueti sistemi abitativi (specie nelle grandi città) coinvolgendo e responsabilizzando le persone nel miglioramento della qualità della propria vita e di quella del proprio intorno in maniera attiva e partecipata.


Le motivazioni che portano alla realizzazione di questa tipologia di residenza sono l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e contemporaneamente il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.

In poche parole Il cohousing si può definire come  una comunità residenziale a servizi condivisi.

Questa definizione ne descrive le caratteristiche principali,  cioè di essere una COMUNITA' di persone, di avere carattere RESIDENZIALE, di creare dei SERVIZI per gli abitanti ed infine di CONDIVIDERE tali servizi e spazi comuni.

-      La COMUNITÀ è formata da persone riunitesi spontaneamente, con lo scopo di ottimizzare la capacità organizzativa della famiglia e di ritrovare una socialità. Generalmente la comunità è di tipo trasversale, cioè raggruppa gente di diverse età e fasce sociali. Le relazioni sociali costituiscono un elemento prezioso soprattutto per bambini ed anziani che nella tradizionale organizzazione trovano difficoltà nelle relazioni di fuori degli ambienti scolastici o di attività strutturate.

-      La coabitazione consiste in un insediamento o edificio RESIDENZIALE di 30-40 o anche 100 abitazioni di diversa metratura e di aree e spazi comuni .

-      I SERVIZI che si creano all'interno, attraverso strategie di consenso e di partecipazione, sono legati alle necessità della comunità che lo abita. Possono quindi trovare spazio nidi familiari, centri per anziani, orti sociali, punti di informazione sulla sostenibilità ecc.

-      Dalla CONDIVISIONE di beni deriva un elevato risparmio economico. Le singole unità necessitano di minor superficie rispetto a quelle tradizionali.

In Italia, ed anche a Bologna, è in corso la realizzazione di nuclei di questo tipo  con finalità di aiuto reciproco e di buon vicinato, contenimento dello stress e riduzione dei costi di gestione delle attività quotidiane. A tal proposito occorre sottolineare che se da un lato la condivisione di spazi, attrezzature e risorse agevola la socializzazione e la cooperazione tra gli individui, dall'altro questa pratica, unitamente ad altri "approcci" quali la costituzione di gruppi d'acquisto interni, favoriscono il risparmio energetico e diminuiscono l'impatto ambientale di queste comunità.

Essendo per il nostro paese una pratica nuova e sperimentale è sicuramente prematuro pensare ad una sua capillare realizzazione sul territorio, occorre tuttavia valutare come la realizzazione di nuclei di questo tipo nel corpo della città, pensati come progetti pilota, potrebbe innescare, anche dal punto di vista architettonico oltre che sociale, una trasformazione  del concetto stesso di abitare e di città.

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