Visto dall'architetto

Progetto Ex area Staveco

Sembra che ci sia nuova vita per l'area Staveco. Il Comune di Bologna cede l'ex area militare compresa tra viale Panzacchi e la collina (San Michele in Bosco) all'Università di Bologna. Il via libera, presentato dal Sindaco di Bologna Virginio Merola e dal Magnifico Rettore Ivano Dionigi, permetterà all'Ateneo di realizzare un nuovo insediamento ad alta vocazione internazionale che rappresenti un polo attrattivo, innovativo, caratterizzato da sostenibilità ambientale. Al tempo stesso consentirà il decongestionamento della Cittadella Universitaria nel centro storico.

Staveco, già laboratorio pirotecnico, poi arsenale militare e officina di manutenzione e riparazione di mezzi corazzati (Staveco, ovvero Stabilimento per i Veicoli da Combattimento), occupa una superficie pari a 93.288 mq, 45.500 dei quali edifici. Il Piano strutturale comunale prevede per quell'area la realizzazione di studentati e strutture ricettive, commercio in strutture di vicinato e artigianato di servizio, pubblici esercizi e altri servizi. La trasformazione dell'area prevede, tra l'altro, la realizzazione di un sistema di verde pubblico che unisca viale Panzacchi, via Codivilla con il parco pubblico di San Michele in Bosco e l'Istituto Rizzoli, oltre ad un parcheggio pubblico a servizio del centro e della collina, per circa 400 posti auto.

Che cosa ci guadagnerà la città? Chi appoggia tale progetto afferma che rinunciando a quell'area, consegnandola all'Università, si arriverà ad un'importante riqualificazione urbana aprendola a tutti i cittadini e al tempo stesso s’ investira’ sui giovani, sulla conoscenza e sul diritto allo studio.

Comune e Università continueranno a lavorare a stretto contatto affinché l'Ateneo possa arrivare, come prevede l'accordo, a bandire l’appalto per la realizzazione delle opere entro 22 mesi.

Inoltre, fino a domenica 9 marzo, Salaborsa ha ospitato la mostra "Progetto Staveco. Un nuovo polo universitario tra centro storico e collina", promossa da Università di Bologna, Comune di Bologna e Urban Center Bologna. La mostra ha esposto le proposte e le idee progettuali sull'area ex Staveco elaborate da una trentina di ricercatori del Dipartimento di Architettura e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Università di Bologna con 14 studi di giovani architetti.

Tra gli architetti bolognesi c’è chi difende a spada tratta la proposta di Glauco Gresleri, di abbattere l’edificio dell’ex Pirotecnico (l’arsenale) alla Staveco per aprire una porta d’accesso verso la collina. Edificio abbandonato dal 2003 e da un paio d’anni circondato e incombente su viale Panzacchi per via del ponteggio di grandi dimensioni montato dopo il cedimento del 2011. Quell’area era stata vincolata dal soprintendente Garzillo perché aveva più di 50 anni ed era del Demanio. In molte capitali si sta cercando di portare più verde possibile basti pensare a New York o alla Germania con i parchi sotterranei. Chi appoggia tale idea afferma che bisognerebbe pensare a un progetto realizzabile, a fare un’area verde attrezzata, dando anche la possibilità ai privati di investire.

L’architetto Zacchiroli, che appoggia il progetto di Gresleri, dice che bisognerebbe pensare a qualcosa di realizzabile in 5 anni, non in tempi più estesi. Di quell’edificio afferma che potrebbe rimanere la facciata come una sorta di quinta, e dentro realizzare un porticato, dei ristoranti per fare vivere l’area di giorno e di notte. Lo stesso architetto Bottino, che ha collaborato al Piano degli anni ’70, afferma che  nonostante fosse un’area militare fu destinata fin da allora a verde, in collegamento a San Michele in Bosco. Per l’architetto Bottino l’architetto Glauco Gresleri ha ragione in quanto quella “muraglia” dell’ex Pirotecnico toglie qualunque vista, e abbatterla sarebbe un inizio per fare qualcosa per quell’area bellissima. Pur rendendosi conto che non ci sono risorse e che i privati non sono mai stati spinti ad investire in questo tipo di interventi afferma però che quell’area, opportunamente valorizzata, potrebbe essere un volano turistico per far conoscere la collina bolognese in quanto area strategica.

Il prossimo futuro indicherà la linea da seguire. Rimane comunque la domanda, nonostante le indicazioni verso un progetto che và oltre l’adeguamento, se sia lecito prevedere una riqualificazione del luogo creando spazi e percorsi visivi verso la collina, o mantenere il complesso nella sua tipologia limitandosi a restauro.

Così come se veramente i privati saranno interessati ad investire su quest’area. Sicuramente l’interesse progettuale per quest’area denota l’importanza dell’intero complesso che è una parte della storia della nostra città.

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