Visto dall'architetto

Mirò e Gaudì

Dal 25 novembre 2014 al 6 aprile 2015 Mantova ha ospitato  la mostra di Joan Mirò, l'eclettico pittore, scultore e ceramista che, nato a Barcelona alla fine dell'800, ha trovato in Palma di Maiorca il suo luogo ideale, tanto da concludervi la sua vita nel 1983, a ben 90 anni. Oggi, a poco più di 30 anni dalla morte, Palazzo Te ha ospitato una personale dell'artista spagnolo.

Nacque nel 1893, nel 1920 si trasferì a Parigi, dove entrò a far parte del circolo di Montparnasse e l'influenza dei poeti e scrittori surrealisti lo portarono a esprimersi in un modo tutto suo, unico, originale e fondamentalmente astratto.

Qui Mirò arrivò a mettere insieme diverse arti e a sviluppare davvero se stesso e il suo genio creativo.

Mirò fu il più radicale dei pittori della sua corrente, tanto che Andrè Breton stesso lo definì "il più surrealista dei surrealisti". La sua voglia di conoscere e scoprire fu tale che sul finire della sua vita si interessò anche alla pittura di tipo quadrimensionale e alla scultura gassosa; morì a 90 anni ancora avvolto dalle sue opere e da nuove creazioni. La mostra di Palazzo Te è stata progettata da Elvira Camara Lopez, direttore della Fondazione Pilar e Joan Mirò. La fondazione ha sede a Maiorca e fu messa in piedi già sul finire della vita dell'artista, per diffonderne il pensiero artistico. Sono 130 le opere portate a Mantova e ospitate nelle Frutterie di Palazzo Te. La mostra di Joan Mirò a Mantova ha avuto quindi nella città dei Gonzaga la sua prima tappa italiana. Vi sono realizzazioni di Joan Mirò dal 1966 in poi, di altissimo prestigio. Olii, terracotte, arazzi, scultura, disegni, oggetti vari e del mestiere.

Il rapporto  con la pittura fu quasi carnale: dipingeva con le dita e con le mani, raggiungendo una simbiosi davvero unica con le sue opere. A volte si narra che vi camminasse anche sopra, a conclusione del processo creativo.

Le forme delle opere  sono sempre riconducibili a qualcosa. Oggetti, animali, uomini, tutto è associabile al reale, anche se non lo sembra affatto. Le opere sono spesso ispirate al quotidiano, alla vita di tutti i giorni, con gli oggetti che più lo attraevano e tantissime altre creazioni di quel surrealismo che solo lui ha saputo esprimere.

Con il riuso Mirò realizzo opere davvero uniche, fondendo pittura e materia. Nelle opere più tarde,  predomina il nero. L'eloquenza dell'essenziale, secondo Mirò, era alla base della pittura illusionista, in cui la realtà si fonde con il sogno e genera veri progetti materici.

E’ prorpio su questo aspetto del riuso e dell’utilizzo di simbiosi fra ceramica , pittura e scultura, su questa capacità incredibile dell’uso del colore che si possono notare forti analogie con un altro grande artista spagnolo trasferitosi a Barcellona e che ha reso con le sue opere questa città magnifica e unica al mondo. Si tratta di Antoni Gaudì.

Antoni Gaudí è nato a Reus nel 1852 e si è laureato in architettura nel 1878. Fin dall'inizio i suoi lavori erano molto diversi da quelli dei suoi contemporanei. Il lavoro di Gaudí subisce l'influenza delle forme della natura e questo si riflette nell'uso di pietre da costruzione ondulate, nelle sculture di ferro ricurve e nelle forme organiche che sono caratteristiche della sua architettura a Barcellona. Ma cio’ che rende eccezionali le opere di Gaudì è il suo personalissimo e originalissimo utilizzo del colore e questa capacità di utilizzare materiali e colori fondendo architettura, scultura e pittura. Gaudí ha anche decorato molti dei suoi edifici con piastrelle colorate sistemate a mosaico. La combinazione di disegni originali, lavori in pietra di forma inusuale e colori vibranti nel lavoro di Gaudí dà allo spettatore un'esperienza visiva veramente mozzafiato.

Due artisti unici nel loro genere, che sono riusciti con la loro arte ad abbracciare più discipline prima considerate a sé stanti, con un’armonia ed una potenza espressiva senza precedenti. Architettura, scultura, ceramica, pittura riescono a fondersi in un’arte prima inesistente che due geni sono riusciti ad esprimere in maniera esemplare.

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