Visto dall'architetto

Un sistema efficace di rilevamento dei terremoti

Intervista ai responsabili

Presenti

Consulente Tecnico: Ing. Marco Cavigli (C.)

Amministratore Delegato : Dott. Jan Sion (S.)

Giornalista: Nicoletta Gandolfi (G.)

G.– Oltre all'aspetto fondamentale della sicurezza per le persone, in Italia abbiamo un patrimonio artistico che è fondamentale preservare; vi sono anche le nuove strutture che crollano troppo facilmente , come purtroppo abbiamo visto, durante eventi sismici di forte intensità.

C.  Si, e molto spesso tale patrimonio è utilizzato per ospitare attività importanti come scuole e amministrazione pubblica. Infatti il nostro sistema e le sue potenzialità sono state illustrate agli uffici della Protezione Civile. Tramite il dispositivo si ha un’allerta puntale che permette di, attraverso un percorso formativo adeguato, evitare panico e perdita di secondi preziosi per mettersi al riparo e spesso salvarsi la vita. Non solo terremoti distruttivi ma anche quelli meno importanti ma più frequenti deturpano lo stato di conservazione degli elementi strutturali e non strutturali degli edifici: il distacco di una parte di intonaco o di un pannello di un controsoffitto potrebbe ferire chi vi è all’interno, cosa che si può evitare mettendosi sotto un tavolo grazie anche a pochi secondi di allerta.

Il sistema rilevando l’onda p è capace di calcolare la magnitudo del terremoto e qualora questa superi una certa soglia manda in automatico un segnale elettrico che può essere usato oltre per l’allerta e per gestire i vari impianti.Così facendo si limitano effetti combinati a quello sismico come scoppi, incendi o fuoriuscite di sostanze nocive, aumentando la sicurezza dei posti di lavoro.

G.– Chiariamo alcuni passaggi che possono non essere scontati per tutti, come l’onda che viene rilevata.

C.  Le spiego come funziona la macchina del sistema :è una singola stazione con all’ interno componenti necessari a rilevare un tipo di onda, l’onda p, che arriva prima delle altre perché più veloce. Non ha bisogno di sondini o altre apparecchiature all’esterno per svolgere la propria funzione, nel momento in cui viene installata inizia subito a fare il proprio lavoro.

S.  Nel momento in cui la macchina rileva il superamento di una soglia prefissata, attraverso il segnale fornito in uscita, si possono aprire o chiudere alcuni dispositivi come le valvole di interruzione del flusso di gas evitandone fuoriuscite incontrollate e limitando esplosioni ed incendi. Come già anticipato, il sistema svolge funzione di prevenzione sia per terremoti distruttivi che per quelli di minore intensità.

C. Si può così gestire il terremoto in tempo reale mitigando l’effetto sismico sul fabbricato come ad esempio: blocco degli impianti, apertura delle porte di emergenza, gestione degli ascensori e tutto ciò che si ritiene opportuno. Ad oggi, senza tale tecnologie il terremoto è subito in maniera passiva e molto spesso siamo colti da panico e tendiamo ad agire nei modi più sbagliati. Sarebbe impensabile ai giorni nostri subire un incendio senza tutelarvisi preventivamente attraverso metodi cautelativi quali il comune sistema antincendio che permette l'evacuazione dei locali nell'istante in cui scoppia l'incendio . Senza di esso saremmo solo in grado di limitare il danno con metodi inadeguati. Allo stesso modo e con le stesse dinamiche causa- effetto e' assurdo essere costretti a subire un sisma senza essere preventivamente allertati.

S.  Per l’installazione, questo viene fissato alle fondazioni, pilastri o pareti portanti a livello del piano seminterrato o a piano terra. Nel momento in cui arriva il terremoto, il sistema rilascia un impulso elettrico che può essere collegato ad una sirena o all’ascensore in modo da fermarlo al livello più prossimo.

G. – Che anticipazione da?

S. L’onda p rispetto alla s ha una velocità circa 1,7 maggiore, e questo si dimostra in maniera analitica. Non si può dare un’ indicazione precisa dato che dovremmo ipotizzare la profondità dell’ipocentro e la distanza tra il punto di misura e l’epicentro oltre che il tipo di terreno percorso dalle onde. Ad ogni modo, un certo margine di tempo tra le due onde c’è e con una corretta formazione si riesce a limitare i danni subiti.

C.  Sono pochi secondi che possono salvare la vita; infatti ci si accorge del terremoto quando l’accelerazione raggiunge un valore tale da eccitare le masse e metterle in movimento. La struttura è già sotto stress ; se preparati cerchiamo di seguire le linee guida redatte dalla Protezione Civile (ad es. mettersi sotto la scrivania, allontanarsi dalle vetrate, evitare di stare sulle scale etc.) ma spesso accade che si inizino ad utilizzare i protocolli di sicurezza solo a fine evento e quindi risultano inefficaci.

C.  Spieghiamo ancora come funziona il dispositivo e dov'è la sua validità

L’onda ” p” ha velocità doppia rispetto l’onda “s”: queste sono le due onde che partono dall’ipocentro. Arrivata l’onda “p” abbiamo l’allerta: anche se si tratta di pochi secondi, possiamo attivare         il protocollo e metterci in punti sicuri, in modo da evitare il crollo di oggetti. Dopo l‘onda “p” e l’onda “s “ arrivano, le onde di Love e di Rayleigh, con velocità ancora inferiore, sempre nell’arco di secondi.         Queste agiscono tridimensionalmente, creando effetti torsionali e provocando problemi alla struttura.   In base a quanti cicli subisce e all’intensità del terremoto, la struttura arriva a danneggiarsi sempre di  più con i mezzi oggi a disposizione, non si può far nulla. Con questo sistema possiamo invece attivarci    prima e i riusciamo a gestire gli impianti automaticamente. Si sposta anche la responsabilità dalla         persona all’oggetto, facendo attivare tutti i sistemi di sicurezza. La NTC 2008 vuole salvaguardare le persone che sono all’interno dei luoghi di lavoro:   a livello impiantistico la normativa prevede degli accorgimenti in caso di eventi sismici. Con questo mezzo si fa prevenzione e si permette alle persone di mettersi in sicurezza. Un altro esempio è la possibilità di sbloccare porte di sicurezza in caso di necessità.

S.  Anche il rischio di incendio è reale: un   esempio è il terremoto di qualche anno fa a Istanbul.

G. – Quanto può costare questo impianto, anche in base alle differenti installazioni?

S.  In generale ad oggi riusciamo ad avere un costo congruo sia per costruzioni adibite a produzione che per quelle residenziali. La macchina una volta installata non richiede particolare manutenzione.

G. – Anche in ambito scolastico ci sono spesso casi di edifici non a norma, anche in questi casi potrebbe essere utile un sistema come questo.

C.  Si, in particolare data l’età anagrafica e le varie vulnerabilità presenti in molte di queste strutture. I responsabili della Protezione Civile hanno spiegato che ad oggi uno dei modi per dare il via alle procedure di sicurezze nelle scuole è basato sulla percezione del maestro; questi, una volta capito di essere in presenza di un terremoto, per altro contraddistinto da una certa magnitudo, deve prendere una tromba da stadio data in dotazione dallo stato e suonarla. Così è data l’allerta e gli alunni si mettono sotto i banchi e contano 30-60 secondi prima di formare una fila ed evacuare.

E’ evidente l’ arretratezza   e l’inefficacia della procedura   se a dare l’allerta non è uno strumento e non è stata fatta una corretta formazione a chi deve eseguire l’azione.

 

G. – La risposta a questa idea com’è qui in Italia?

S.  L’interesse c’è ed è stato dimostrato dalla disponibilità a vari incontri da parte di uffici pubblici, in particolare abbiamo presentato il nostro dispositivo anche al MIUR.

C.  Per esempio anche il Comune potrebbe attuare iniziative, anche nella scuola, per progetti legati a questi strumenti. I mezzi per arrivare ad una sicurezza maggiore ci sono. Attivando i Comuni e interagendo con essi, si possono realizzare reti e servizi di “abbonamento”. Si può realizzare per le scuole con un pagamento annuo, compresa manutenzione e consulenza. Non solo nelle scuole: si può creare una rete alla quale si collegano più strutture, così da abbassare i costi ed effettuare abbonamenti. Parlando di città sono cifre facilmente raggiungibili. Nel momento in cui si decide di realizzare questo si sistema si tratta di pochi mesi di attesa prima dell’attivazione. Anche in ambito ospedaliero questi accorgimenti possono aiutare il persone a prevenire problemi interni ed essere subito operativi in casi estremi come un sisma.

C.  Dopo aver avuto colloqui con enti e amministrazioni pubbliche ci siamo resi conto che l’unico scoglio da superare era quello economico. Per i privati che decidono di adottare il prodotto in una singola realtà non vi è un problema di prezzi, nel caso di Comuni dove gli edifici sono molti il costo assume un ruolo rilevante e ci siamo adoperati per creare un servizio che permettesse alle amministrazioni di fornire maggiore sicurezza all’interno di moltre strutture, in particolare a scuole e ospedali. Una volta deciso di fruire del servizio in poche settimane si avrà l’attivazione ed il completo funzionamento.

G. - Vorreste diffondere questo il sistema di cui vi occupate ; in che modo vi siete fatti conoscere nelle diverse realtà?

S.  Sì, per fare questo abbiamo contattato direttamente molti siti produttivi presenti in Italia parlando con i responsabili del servizio di prevenzione e protezione per capire quali fossero le principali problematiche legate al sisma. Dai primi incontri è emerso che la responsabilità di capire l’entità del terremoto ed eventualmente dare il via ai processi di sicurezza previsti in caso di tale evento (allertare i lavoratori, staccare l’elettricità, bloccare i processi etc.) era unicamente riposta sull’operatore e quindi su ciò che personalmente percepiva. Ovviamente questa, oltre ad essere una enorme responsabilità, in molti casi si è rivelata inefficace come misura preventiva ed ha portato ad un aumento dei rischi. Eventi combinati a quello sismico non erano esclusi in maniera efficace. A seguito di questa prima analisi “sul campo” abbiamo organizzato una presentazione della nostra società a Bologna invitando addetti ai lavori e con il passare del tempo abbiamo avuto l’opportunità di farci conoscere anche con agenzie ARPA, Direzioni regionali dei Vigili del Fuoco e responsabili della Protezione Civile anche in Emilia Romagna.

G. – E’ stato riscontrato un certo interesse verso il vostro progetto?

S. L’interesse c’è, data la catastroficità di tali eventi e le ricadute economiche che hanno segnato l’Italia negli ultimi anni. Infatti, benché questi siano eventi sporadici, senza un’adeguata prevenzione i loro effetti si protraggono negli anni.

La ringraziamo dell’intervista.

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