Intervista al maestro Maurizio Mastrini
Maurizio Mastrini, pianista incontaminato, definito “cuore selvaggio” per questo suo modo di essere solitario..nel suo eremo in Umbria dove, quando può, si ritira e compone musiche appartenenti alla nuova Musica Classica Cotemporanea.
Di seguito alcune domande, rivolte al Maestro
Gent.mo Maestro Quali sono stati i momenti più decisivi del suo percorso artistico?
Sicuramente mio padre, con la sua intuizione, è stato fondamentale: vedendomi impiegare ore e ore della sua bottega di fabbro per costruire strumenti con gli scarti del ferro non utilizzato, fusti vuoti di vernice etc. decise di portarmi a lezione di musica.
Questi rudimentali strumenti mi permettevano di accompagnare la musica che usciva dalla vecchia radio di papà. Il maestro al quale si era rivolto mi suggerì quasi subito di iscrivermi in conservatorio.
Un altro momento importate è stato l’incontro con il M°Vincenzo Vitale con cui ho studiato a Napoli: oltre ed essere un grande didatta del pianoforte è stato un grande maestro di vita.
Decisiva è stata anche l’intuizione di leggere gli spartiti al contrario: questo mi ha permesso di riprendere l’attività pianistica dopo 7-8 anni di inattività dettata dalla crisi degli anni duemila nel mondo dell’arte in Italia. Tale curiosa sperimentazione ha riacceso i riflettori su di me e mi ha permesso di fare in quasi 10 anni di attività oltre 600 concerti in giro per il mondo.
Le hanno dato tante definizioni: genio, talento che suona i classici al contrario..e tante altre. In quale si ritrova di più?
Quando sento la parola genio, oppure talento, oppure fenomeno mi viene l’ansia. Quando apro i miei concerti comunico subito al pubblico che, se crede di essere davanti al nuovo Mozart o il nuovo Beethoven, ha sbagliato sede. Mi piace suonare per chi viene ad ascoltarmi : solo così mi sento a mio agio.
Onestamente ancora non riesco a credere che al termine dei concerti sempre più persone, in tutto il mondo, vengano a salutarmi con le lacrime agli occhi: questo è assolutamente qualcosa di magico.Sono certo dell’ impegno che metto nella mia attività e la dedizione con cui cerco di mantenere un alto livello professionale: su questi punti non deludo.
Da cosa trae ispirazioni per le Sue esecuzioni?
Dipende dal momento, dalle situazioni che vivo. La natura è una grande fonte di ispirazione così come le cose più semplici della vita. Alcuni momenti possono sembrare scontati invece possono emozionarmi e farmi creare al pianoforte
La tecnica che adopero quando scrivo è proprio questa: non utilizzare la mente ma l’istinto e l’anima con la ricerca da parte delle dita, delle note che compongono la melodia. Una volta individuato un tema, passo alla seconda fase ovvero l'’elaborazione, dove subentra anche la mente.
Vuole parlare della Sua ultima incisione?
Il mio lavoro discografico si intitola W LA VITA ed è stato realizzato a Cuba. E' un inno e una celebrazione delle piccole grandi cose che ti capitano vivendo. Spesso diamo per scontati tantissimi attimi delle nostre giornate senza renderci conto di cosa significhino.
Se invece ci focalizziamo per esempio su una carezza ricevuta, un morso , il sapore di un pezzo di pane, un sorriso di una persona, sono convinto che possiamo raggiungere l’apice della soddisfazione. La ricchezza non consiste nei possedimenti o nel denaro, ma nel valorizzare ciò che siamo e non ciò che vorremmo essere.
In W LA VITA ogni brano è legato a momenti, a situazioni semplici ma allo stesso tempo fonte di grandi emozioni. La scelta di Cuba nasce da questo: realizzare un lavoro dove la povertà apparente del popolo cubano rappresenta invece la loro ricchezza.
Progetti e concerti futuri?
Per il 2019 è prevista una produzione discografica per celebrare i 10 anni della mia rinascita musicale. Questo lavoro che rappresenterà per me un Best Off, prodotto da uno dei più grandi produttori discografici al mondo. Per scaramanzia non voglio rivelare il nome, ma è una delle persone più altolocate artisticamente a livello internazionale.