Mancanza di snellezza burocratica nell’edilizia in italia
a burocrazia italiana non la scopriamo oggi: ma leggere che – dati Confartigianato – occorrono più di 250 giorni, quasi un anno, per ottenere una licenza edilizia fa davvero pensare. Parliamo di licenze edilizie e degli adempimenti vari che collocano l’Italia al 143° posto della burocrazia mondiale in una classifica che misura i dati di 181 nazioni.
La burocrazia italiana non la scopriamo oggi: ma leggere che – dati Confartigianato – occorrono più di 250 giorni, quasi un anno, per ottenere una licenza edilizia fa davvero pensare. Parliamo di licenze edilizie e degli adempimenti vari che collocano l’Italia al 143° posto della burocrazia mondiale in una classifica che misura i dati di 181 nazioni. Per lo stesso genere di lavori solo negli Stati Uniti si impiega poco più di un mese: 1 miliardo e 800 milioni è il danno calcolato per tutti i ritardi e i bastoni tra le ruote posti dalla burocrazia in Italia. Se si guarda ai cugini europei si vede che per pratiche simili di licenze edilizie o di ristrutturazione si devono mettere in cantiere 95 giorni in Gran Bretagna, 100 giorni in Germania, 137 in Francia. Sempre circa la metà che nel nostro paese. Sempre la Confartigianato ha calcolato che il costo complessivo della burocrazia italiana è di 15 miliardi di euro l’anno. Pari ad un punto percentuale del prodotto interno lordo. In Italia per costruire un semplice muro di circa 80 cm di larghezza per quasi 200 cm di altezza, la burocrazia e i costi sono talmente alti (si parla di oltre 5000 Euro) da far perdere la pazienza a chiunque. Oltre un anno di attesa per il cliente e per il professionista responsabile dei lavori il quale, purtroppo, trova regole diverse a seconda dei comuni nei quali deve intervenire. Questo lo costringe a doversi informare ogni volta dall’inizio quasi fosse un principiante. In realtà in Italia manca un sistema di regole unificato per tutte le città e tutte le regioni. Nell’era delle normative europee, delle norme Uni Iso e dei sistemi di certificazione della qualità, questo è totalmente inammissibile. In Germania, ad esempio,la legge afferma che occorrono permessi solo se si modifica l’estetica di un’abitazione e quindi solo se si modifica l’esterno. Questo ovviamente per non compromettere la funzionalità e la bellezza di un quartiere. Comprensibile! Al contrario, internamente alle abitazioni si gode della più totale privacy e si possono effettuare modifiche senza bisogno di alcun permesso e di alcuna spesa. I tedeschi godono di leggi davvero pratiche, comprensibili e precise. Sono inoltre a totale vantaggio del cittadino… In Germania si può acquistare un lotto di terreno, compilare una documentazione di poche paginette, portarla a mano al municipio oppure spedirla con un costo di pochi centesimi per posta ordinaria… E dopo sole 3 settimane arrivano i permessi di costruire. Si chiama l’impresa la quale ovviamente certificherà tutto: dalla qualità dei lavori, dei materiali fino al consumo energetico e tutti i dispositivi di risparmio dell’energia. Può tuttavia accadere di trovare degli imprevisti e avere la necessità di variazione dei lavori. Si invia un aggiornamento della domanda e si attende la risposta che in Germania arriva dopo una settimana. In Italia tempi e costi sono decisamente altri. La semplificazione normativa, troppo spesso invocata da ogni parte (politici, associazioni, professionisti) resta un’utopia. Non si contesta la ragion d’essere delle leggi che disciplinano il settore (si pensi alla giusta regolamentazione in tema di sicurezza sui cantieri), ma gli effetti che producono spesso prevaricano le buone intenzioni originarie e costituiscono un fardello ingiustificato. Commissioni edilizie paesaggistiche, cui segue il parere della soprintendenza ai beni ambientali ed infine l’istruttoria comunale vera e propria, con tempi non molto distanti da quelli biblici della giustizia italiana. Una mole di documenti davvero impressionante da presentare, oltre al progetto vero e proprio (indagine geologica-geotecnica, statica e strutture, progetto degli impianti, eliminazione delle barriere architettoniche, certificazioni energetiche, piano di sicurezza, valutazione acustica….) con richieste sempre più complesse ed onerose di anno in anno (render 3D, progetto delle linee vita e libretto di manutenzione del fabbricato, piano del colore….). Non si mette chiaramente in discussione l’utilità di una progettazione consapevole per ogni aspetto dell’edificio, ma gli effetti pratici, in particolare sulla tempistica, che tale carico di burocrazia comporta sulla pratica, anche per la presentazione di un semplice edificio residenziale, appaiono troppo spesso deleteri.