Visto dall'architetto

Urbanizzazione indiscriminata sulle coste italiane

Le coste italiane avrebbero la possibilità di essere degli ecosistemi a volte unici e spettacolari. Nonostante questa potenzialità, spesso sono deturpate dalla realizzazione di edilizia incontrollata e incompatibile col territorio in cui sorge. Vengono costruiti, troppo spesso , edifici che solitamente vengono denominati “ecomostri”. Di queste strutture sorte sulle coste italiane ne abbiamo viste sorgere e crollare molte, alcune hanno resistito alle denunce di abusivismo e sono ancora lì, a deturpare il paesaggio.

Le coste italiane avrebbero la possibilità di essere degli ecosistemi a volte unici e spettacolari. Nonostante questa potenzialità, spesso sono deturpate dalla realizzazione di edilizia incontrollata e incompatibile col territorio in cui sorge. Vengono costruiti, troppo spesso , edifici che  solitamente vengono denominati “ecomostri”. Di queste strutture sorte sulle coste italiane ne abbiamo viste sorgere e crollare molte, alcune hanno resistito alle denunce di abusivismo e sono ancora lì, a deturpare il paesaggio.

Paesaggio tra i più invidiati e tra i più belli al mondo, che andrebbe tutelato e salvaguardato come risorsa non solo naturale ma anche economica, dal momento che alimenta l’industria del turismo, in special modo al Sud, dove è un settore fondamentale dell’economia locale.

Nonostante ciò i 7.400 chilometri di costa italiana sono abbruttiti da costruzioni abusive favorendo un continuo processo di degradazione fisica dei nostri litorali.

Negli anni scorsi si sono verificate ben 4000 infrazioni, relativamente alla costruzione abusiva di edifici sulle coste, per un totale di 1.399 sequestri e 5.066 denunce.

Si tratta perl o più di grandi alberghi, residence, case di villeggiatura, ristoranti.

Ma l’abusivismo edilizio non è il solo fattore di abbrutimento dei mari italiani.

Ad incrementare la lista degli ecoreati marini ci sono anche la pesca di frodo, l’inquinamento, lo smaltimento e la depurazione illegale nelle acque, le infrazioni al codice di navigazione.

Complessivamente le illegalità commesse ai danni dei litorali e dei mari italiani ammontano a 14.315, cifra che corrisponde a quasi due reati per ogni chilometro di costa.

In cima alla classifica di regioni con più reati svetta la Campania e l’Abruzzo.

Tributi che non fanno certo onore alle due regioni, ree di contare un numero elevato di eco-infrazioni ogni anno.

In particolare dai controlli, si è contesta alle accusate una cattiva gestione della questione della depurazione e dei rifiuti. Le amministrazioni regionali campane ed abruzzesi avrebbero, infatti, approvato misure meno restrittive per quanto concerne gli scarichi che finiscono in mare.

Di abusivismi costieri, nella fattispecie costituiti da realizzazioni di edifici incompatibili col territorio, ce ne sono parecchi: tra gli altri l’hotel di Alimuri  a Vico Equense, le palazzine a Lido Rosello, il “trenino” a Falerna (Catanzaro), la “palafitta” a Falerna (Catanzaro), il villaggio abusivo di Torre Mileto in Puglia, lo “Scheletrone” di Palmaria a Porto Venere. Questi sono solo alcuni degli esempi di abusi edilizi e di vere e proprie deturpazioni delle nostre coste.

L’incessante produzione di mostruosità architettoniche e conseguenti attentati al paesaggio ed all’ambiente non accenna a diminuire;  eppure cresce sempre di più la coscienza civile e la voglia di “un mondo nuovo e pulito”, fatto anche di coste incontaminate e fruibili.

E’ dovere di ognuno, dalle Istituzioni locali e decentrate, ai progettisti e ai committenti impegnarsi seriamente perche tutto ciò non avvenga più, al di là purtroppo, degli interessi economici spesso preponderanti.

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