Il primo grattacielo in legno in Italia
In Italia comincia a prender piede l’uso del legno, anche per la realizzazione di edifici di notevoli dimensioni quali il grattacielo di 15 piani (il primo al mondo quasi interamente realizzato con questo materiale) che verrà a breve realizzato a Milano nella zona di viale Sarca (area Bicocca), primo step del progetto SMS, Social Main Street.
In Italia comincia a prender piede l’uso del legno, anche per la realizzazione di edifici di notevoli dimensioni quali il grattacielo di 15 piani (il primo al mondo quasi interamente realizzato con questo materiale) che verrà a breve realizzato a Milano nella zona di viale Sarca (area Bicocca), primo step del progetto SMS, Social Main Street.
Il progetto, firmato da Urbam + Dante O. Benini & Partners e promosso dalla Compagnia dell’Abitare, con la consulenza grafica di Vignelli Associates, ha da poco vinto il premio Qualità architettonica al Social Housing Awards indetto da Eire, salone dedicato al mercato immobiliare italiano e dell’area mediterranea.
Nei primi tre piani e nelle fondazioni l’edificio presenta una convenzionale struttura in calcestruzzo. Dal quarto piano fino al quindicesimo la struttura è stata invece interamente concepita in legno, tanto per gli elementi portanti quanto per le tramezzature interne.
Il legno a differenza del calcestruzzo è quasi completamente riciclabile, fortemente sostenibile sia sotto l’aspetto dell’approvvigionamento (considerando che gli alberi utilizzati per la sua realizzazione verranno ripiantati in ugual numero e specie), che del più basso consumo energetico impiegato nelle fasi della lavorazione e messa in opera in cantiere.
L’edificio è fortemente innovativo dunque, non solo perché il 70% delle strutture sono in legno e ma anche perché la riduzione dei costi di realizzazione per via del materiale impiegato consentiranno di presentare sul mercato alloggi economici ma dignitosi a non più di 800 euro al mq; la sostenibilità diventa quindi non solo ambientale ma anche economica, fattore non trascurabile considerando il contesto di crisi in cui viviamo.
Il corpo portante si basa sull’uso di pannelli XLam (pannelli in legno massiccio a strati incrociati) ed di un’intelaiatura metallica controventante, prevista nel cavedio centrale. All’interno di quest’ultimo spazio un grande serbatoio provvederà alla raccolta delle acque meteoriche e al riuso delle stesse per l’irrigazione dei giardini e gli scarichi dei wc.
Un tetto verde previsto su tutto il solaio di copertura assicurerà il controllo bioclimatico per gli alloggi sottostanti, e al tempo stesso si offrirà come palestra e percorso per lo jogging. Su questo stesso piano, pannelli fotovoltaici e solari garantiranno il risparmio di elettricità e l’acqua calda sanitaria.
Esternamente l’edificio è caratterizzato dai pannelli colorati multi direzionati dei bow window che danno il giusto ed ironico movimento di facciata.
L’edificio è stato concepito non solo all’insegna della sostenibilità, ma anche di un programma di “social housing”, (che rimpiazza l’ormai obsoleto concetto di edilizia popolare), ed in ragione del quale l’intera distribuzione spaziale interna delle aree comuni è stata concepita come un’insieme di “spazi sociali” e aree verdi, con wifi annesso. Si tratta del primo edificio nostrano di “social housing”: un termine nato in Gran Bretagna, agli inizi degli anni Novanta, e poi diffusosi in tutto il Nord Europa, per rispondere alla domanda di case dignitose da parte di persone che per acquistare un’abitazione non potevano affrontare i prezzi di mercato, ma, nello stesso tempo, erano economicamente al di sopra della soglia che dava diritto a una assistenza pubblica. Il programma, inaugurato con questo primo progetto, si propone di offrire un appartamento ad un prezzo accessibile, garantendo comunque buoni parametri di qualità, ma soprattutto compatibilità e sostenibilità ambientale.