Visto dall'architetto

La Federarchitetti e le tutele per i liberi professionisti

Federarchitetti, il Sindacato degli architetti liberi professionisti, ha come primo obiettivo, la salvaguardia dei loro diritti.Spesso si ritrova a dialogare col Governo per cercare di sensibilizzare le scelte di quest’ultimo, evidenziando alcuni aspetti specifici della professione.

Federarchitetti, il Sindacato degli architetti liberi professionisti, ha come primo obiettivo, la salvaguardia dei loro diritti.

Spesso si ritrova a dialogare col Governo per cercare di sensibilizzare le scelte di quest’ultimo, evidenziando alcuni aspetti specifici della professione.

A volte, anche fra i liberi professionisti e non è un’eccezione la situazione degli architetti, si ritrova una sensazione se non di “abbandono” da parte dell’interesse dello Stato, se non altro di alienazione o di isolamento, o di abbondanza di normative che a tutti gli effetti portano ad un rallentamento nelle procedure.

E’ in questi frangenti che una struttura come la Federarchitetti dovrebbe, e in parte lo fa, sensibilizzare il Governo nelle direttive e normative riferite alla professione.

Proprio in questa direzione Federarchitetti ha incalzato, anche ultimamente, il Governo indicando ulteriori misure da adottare a sostegno delle libere professioni tecniche.

Dopo la recente nota inerente l’opportunità di prevedere la lettera liberatoria di avvenuta liquidazione dell’onorario professionale, quale condizione a valle dell’istruttoria di approvazione dei permessi di costruzione, Federarchitetti segnala che l’attività professionale è gravata da una concentrazione di adempimenti, anche superflui, che appesantiscono sia nei tempi che nei costi le procedure di accesso all’attività libero professionale.

In particolare, in questa sede, si fa riferimento all’obbligo da parte dei professionisti di dover procedere all’iscrizione in “Albi o Elenchi” istituiti presso le pubbliche Amministrazioni, quale adempimento per la partecipazione alle procedure   di assegnazione di incarichi professionali.

Nella fattispecie si evidenzia l’onere improprio, da parte dei professionisti, a dover supportare l'inclusione in ciascuno elenco di ogni Ente Locale Comunale, in coincidenza di una previsione di assegnazione o meno di incarichi in un determinato arco di tempo.

La onerosità, quanto meno temporale di tale procedura, limita, inoltre, un’effettiva apertura della partecipazione dei professionisti, a discapito di un ampio confronto e di un accesso equilibrato al lavoro.

In conseguenza di quanto esposto, Federarchitetti, a vantaggio di una semplificazione e di una maggior trasparenza delle procedure, pone all’attenzione del Governo l’opportunità di affrontare le problematiche in modo radicale, con il supporto dei diretti operatori, senza subire le pressioni dei settori più radicati nell’apparato pubblico, di coloro che intendono progressivamente concentrare a sé oltre a poteri di scelta e di controllo, anche quelli esecutivi.

Occorre - secondo il sindacato - che il nuovo Governo abbia la volontà di ridefinire i ruoli del settore pubblico e di ridare analoga dignità al lavoro autonomo.

E’ in questa visione che diventa importante la proposta di una serie di richieste di destrutturazione delle disposizioni vigenti: come lo stop al doppio lavoro dei tecnici pubblici dipendenti; il no al doppio lavoro per qualsiasi tipo di docenti universitari e no alla loro partecipazione a qualsiasi titolo nelle società professionali e di ingegneria; la possibilità di procedere con affidamenti professionali e incarichi aperti; la definizione dei parametri onorario; la presenza di procedure di affidamento snelle e trasparenza nella partecipazione; un nuovo ruolo propositivo degli Ordini professionali tecnici; degli incentivi alle aggregazioni interprofessionali; la necessità di certezze nelle norme di regolazione degli interventi.

L’auspicio infine che tali elementi possano coniugarsi con l’instaurazione di proficui rapporti di integrazione tra le competenze libero-professionali, l’apparato pubblico e la stessa Università, ponendo l’Italia a  livello delle più avanzate democrazie.

Sono quindi tanti gli aspetti sottoposti all’attenzione del Governo; aspetti che una volta seriamente affrontati migliorerebbero non solo la situazione attuale delle libere professioni di architetti in Italia, ma anche l’attuale rapporto fra le libere professioni e le pubbliche amministrazioni.

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