Formazione dei professionisti architetti e paesaggisti
Un Ordine professionale non può imporre ai propri iscritti un sistema di formazione obbligatoria nell’ambito del quale l’Ordine stesso stabilisce condizioni discriminatorie a danno dei suoi concorrenti.
Un Ordine professionale non può imporre ai propri iscritti un sistema di formazione obbligatoria nell’ambito del quale l’Ordine stesso stabilisce condizioni discriminatorie a danno dei suoi concorrenti.
Lo afferma la Corte di Giustizia Europea con la Sentenza del n28 Febbraio 2013 spiegando che l’obbligo per un Ordine professionale di porre in essere un sistema di formazione obbligatoria non sottrae le norme che esso emana dal campo di applicazione del diritto dell’Unione.
Sta per essere approvato dal Consiglio Nazionale, per poi passare all’esame del Ministero della Giustizia, il Regolamento per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Il Regolamento attuerà l’articolo 7, comma 1, del Dpr 137/2012 di riforma degli ordinamenti professionali, che impone ai professionisti di “curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale” pena una sanzione per violazione delle norme deontologiche.
Il testo del regolamento è ancora top secret, tuttavia una bozza non definitiva del provvedimento è in circolazione
La bozza definisce “aggiornamento e sviluppo professionale continuo” ogni attività formativa che sistematicamente migliora le competenze professionali e le abilità personali necessarie per lo sviluppo dell’architettura, della società e dell’ambiente e prevede che gli iscritti all’Albo dovranno acquisire un certo numero (ancora da definire) di crediti formativi professionali (CFP) all’anno, di cui una parte sui temi della Deontologia, Previdenza e Compensi professionali. Un CFP corrisponde a un’ora di formazione. Gli iscritti potranno scegliere liberamente le attività formative da svolgere, ai fini dell’assolvimento dell’obbligo.
Secondo la bozza, la gestione, realizzazione e controllo del programma di aggiornamento e sviluppo professionale continuo sono di competenza degli Ordini territoriali. Sarà realizzata una apposita Piattaforma Informatica Nazionale nella quale il Consiglio Nazionale degli Architetti e paesaggisti registrerà tutti gli eventi formativi validati; nella piattaforma gli iscritti dovranno inserire il proprio Curriculum Individuale della Formazione, consultabile on-line, contenente le attività curricolari di aggiornamento e i crediti formativi maturati.
Il CNAPPC promuoverà propri eventi formativi, fisserà i criteri per la valutazione e predisposizione delle attività formative, e validerà gli eventi da svolgersi all’estero; anche l’Ordine territoriale promuoverà propri corsi, valuterà le richieste di validazione avanzate da soggetti terzi e svolgerà attività di controllo. Gli Ordini provinciali e il CNAPPC concederanno l’accreditamento per i corsi erogati da altri soggetti, valutando tipologia, qualità e contenuti dell’evento formativo. Solo gli Ordini territoriali e il CNAPPC potranno organizzare corsi sui temi della Deontologia, Previdenza e Compensi professionali.
Per l’assolvimento degli obblighi formativi, saranno validi i corsi di formazione, anche a distanza online; master, seminari, convegni, giornate di studio, tavole rotonde, conferenze, workshop, relazioni e attività di aggiornamento, corsi abilitanti.
I contenuti della bozza non incontrano il favore di tutti i professionisti. In una lettera aperta al CNAPPC, Federarchitetti contesta in primis il fatto che il Consiglio Nazionale non ha coinvolto le associazioni professionali e i sindacati nella stesura del Regolamento.
In secondo luogo, Federarchitetti manifesta il timore che la formazione continua obbligatoria sarà “un ‘balzello’, forse il peggiore, che calerà su tutti noi in un periodo disastroso per i liberi professionisti”.
Federarchitetti chiede quindi di aprire, nel più breve tempo possibile, un Tavolo di concertazione, riservandosi ogni altra azione di salvaguardia della libera professione e di tutela dei liberi professionisti nelle sedi opportune.
Attendiamo ora i prossimi sviluppi su un argomento che interessa molto da vicino ogni libero professionista inscritto agli Albo degli architetti e dei paesaggisti.