Intervista a Gianrico Carofiglio
Partiamo da questo breve saggio (come da lei definito) e dal suo titolo : “Elogio dell’ignoranza e dell’errore”, Un titolo che ti invoglia a leggere..
E’ una provocazione: l'elogio di due parole che in realtà sono parole che hanno una “cattiva reputazione”: a me piace giocare con le parole per andare alla ricerca dei significati più articolati
L'ignoranza di cui si parla nel titolo non è l'ignoranza volgare distruttiva, l'ignoranza di chi è ignorante e non sa di saperlo e pretende di essere competente, così come l’errore non è quello grossolano di chi non è capace di conoscere i propri errori e vuole avere sempre ragione.
Nel titolo si intende la consapevolezza del poco che si sa e dell’immenso territorio di cose non sconosciute che però è l'orizzonte della possibile conoscenza e quindi di avventura intellettuale. Essere consapevoli della propria ignoranza è la premessa per studiare per apprendere per progredire per cambiare. Il libro cita una frase di Maxwell che è stato un grande fisico, che dice: “la vera conoscenza scientifica nasce solo dalla ignoranza consapevole”.
Mi sento di aggiungere anche gioiosa perché se la guardiamo da questo punto di vista è un'opportunità di conoscere consapevolmente, ovvero una premessa per un pezzo di felicità.
L'errore è una modalità della nostra vita: tutti passiamo la maggior parte della nostra vita a sbagliare ma la differenza è fra i pochi che lo riconoscono e i molti che continuano a sbagliare proprio perché incapaci di accettare di vedere le opportunità che a volte gli errori e i cambi improvvisi di direzione di strada possono dare, vedendo cose non immaginate prima. Se prendiamo una strada sbagliata abbiamo un panorama che non ci aspettiamo. L’intento del libro fare comprendere questo.
Cambiando tema: parliamo dello spettacolo: “Il potere della gentilezza in jazz”
La gentilezza di cui parlo non sono le buone maniere ma è una strategia di combattimento, è un modo di entrare in rapporto con gli altri con il conflitto inevitabile delle nostre vite.
Bisogna cercare di ridurne o eliminare il potenziale distruttivo quando possibile, cercando di trasformarlo in cooperazione. Quindi a gentilezza come capacità di adattarsi e di modellarsi sulla situazione, non di essere sottomessi, ma esattamente il contrario :è una attitudine di guerriera.
Ci saranno degli intermezzi musicali di Piero Delle Monache che hanno riferimenti non tassativi con le cose che diciamo, creando un clima emotivo.
Lei è un eclettico, sicuramente
Mi sono buttato a fare cose diverse
Da cosa nasce l'idea di tanti suoi scritti? C'è un'ispirazione particolare dettata da un momento della vita, o da una persona che si incontra?
Tutto quello che ha detto. Io penso di essere privilegiato perché vedo le storie che ci passano accanto, tenendo gli occhi aperti sul mondo, capendone l’essenza come quando siamo capaci di usare gli errori.
C'è un momento che lei ha prediletto della sua vita?
Scrivere il primo romanzo. Ho sempre sognato di scrivere, e ormai ero quasi rassegnato all'idea che non lo avrei fatto. Per varie ragioni è successo eccetto quella esperienza specifica come tutte le prime volte è il mio ricordo preferito.
Non so se è quello il mio romanzo preferito, certo è fra i miei preferiti. Certamente il ricordo di com'è nato è un ricordo nitido e mi ha fatto cominciare a scrivere dopo un periodo diciamo non felice Quello che ormai mi sembrava un sarebbe accaduto mi è parso all'improvviso quasi inevitabile: ho cominciato a scrivere a settembre del 2000 ho finito a maggio il 2001 scrivendo tutti i giorni (nove mesi esatti, per gli amanti delle metafore) e mi ha aiutato a superare la sofferenza che provavo, anche se anche se non ho scritto per questo.
C’è un lavoro in preparazione?
Un romanzo per l’anno prossimo, progetti televisione, cinema anche teatro. Nella prossima stagione va in onda la serie TV tratta da alcuni miei romanzi con Alessandro Gassmann. Ho visto gli episodi mi sono sembrati ben fatti.
Una delle sue soddisfazioni più grandi?
Sempre legata al primo dei miei scritti e un altro momento totalmente differente: io ero un ragazzino un po' goffo nel fare sport e una volta mi sono trovato nella squadra che vinse i campionati italiani di karate. Gioia enorme amplificata dal fatto che arrivava da una persona che non pensava di essere portato per lo sport. Guadagnata passo dopo passo : bisogna avere un pochettino di fame, intesa come voglia di fare cose nuove.
Ultima domanda quasi inevitabile: l’intelligenza artificiale.
La uso tantissimo, bisogna saperla usare, trattarla come una persona intelligente, usando il proprio senso critico.
Domanda a Piero delle Monache: come si articola lo spettacolo?
Ci sono dei momenti di musica che servono un po’ a raccordare le varie parti della narrazione, dei concetti espressi e a permettere loro di sedimentarsi nelle menti degli ascoltatori prima di ricominciare. Come in una canzone con una parola strillata che ha un senso forte, seguita da pausa nella quale quella parola ti torna in testa.
