Una volta, qualche tempo fa (“tempo” non secoli) andava di moda, nelle case di alcuni intellettuali, avere una carriola di legno. Intellettuali “impegnati”. Si definivano “operaisti”. E la carriola era un preciso riferimento al duro lavoro dei cantieri, alla calce, ai “palazzi” che sorgevano nelle sterminate periferie delle grandi città, Roma su tutte. Ma, direte, che se ne facevano delle carriole? Qui sta il bello – o il comico, a seconda dei punti di vista. Esse servivano, infatti, a trasportare i libri da una stanza all’altra. Il tutto per ribadire come cultura e classe operaia fossero un tutt’uno. Poi s’è visto com’è finita. Con gli operai che ormai si guardano bene dal votare a sinistra e, tantomeno, dall’ascoltare “i professori” (ammesso che lo abbiano mai fatto).

Questo “incipit” per consigliare agli amici lettori di segnare, bene in evidenza sulla loro agenda, la data di domani, 13 marzo. Infatti, a Roma, Auditorium Parco della Musica (viale Pietro De Coubertain 30), parte l’edizione numero cinque di “Libri come”, la festa del libro e della lettura. Tre giorni (la manifestazione chiude domenica) di approfondimento culturale da non perdere. Per vari motivi.

Il primo è sicuramente il tema proposto: il lavoro. A simboleggiare il tema centrale c’è proprio la carriola e, sarà banale, mai mai come oggi l’argomento è decisivo. Perché il lavoro non c’è. Perché il lavoro è precario. Perché anni di liberismo insulso hanno mortificato intere generazioni. Perché i nostri sindacati si sono concentrati molto sulla “difesa” e poco sulla “proposta”. Tralasciando, per carità di patria, quanto poco (nulla?) abbiano fatto i politici, in primis quelli che hanno speso molto del loro tempo a promettere senza fare.

Gli appuntamenti sono tantissimi. Per il programma completo vi rimando a http://www.auditorium.com/eventi/4952385. Per le informazioni al numero 06/80.24.12.81.

Impossibile non segnalare, a esempio, Andrea Camilleri che, conversando con un altro scrittore di certa notorietà e bravura come Francesco Piccolo, presenterà Inseguendo un’ombra, il nuovo romanzo, edito da Sellerio, del Maestro di Porto Empedocle, in uscita sui banchi delle librerie proprio domani. Inutile raccontarvi la trama dell’ultima fatica di Andrea: di certo siamo nel Quattrocento, di certo c’è tanta Sicilia, di certo c’è Roma. Di certo non è un romanzo storico, ma, come avverte giustamente l’Autore, “invenzione non viene da invenire che in latino significa riscoprire, ritrovare?”. Tenete inoltre conto che il Nostro trovò questa (bellissima) storia grazie a Leonardo Sciascia. E più (un po’ sadicamente: lo so che avete già l’acquolina in bocca) non dico. Il faccia a faccia Camilleri-Piccolo è previsto il 16 alle 18 nella Sala Sinipoli.

E non è finita qui. Tra i dialoghi a due da non perdere Rosetta Loy e Corrado Stajano; Mauro Corona e Antonio Pennacchi; David Grossman e Antonio Moresco. Ci saranno poi gli interventi di Umberto EcoAlberto Arbasino, Camille Paglia, Sandro Veronesi, Niccolò Ammaniti, Melania Mazzucco, Giancarlo De Cataldo, Valeria Parrella e Chiara Valerio. E tanti, tantissimi altri. Notevole l’intreccio con la musica (ospiti in veste di romanzieri Ivano Fossati e Francesco Guccini) o con il disegno (Tullio Pericoli)

Un modo, dunque, per passare tre giorni o qualche ora in serenità. Che non vuole dire “senza pensare”. Perché il lavoro è questione essenziale per capire il presente, con le sue paure e le sue speranze. Due sentimenti inscindibili.

PS. Ricordo che l’ultima serata sarà dedicata a Gianni Borgna, intellettuale imprestato alla politica che, da assessore al Comune di Roma, ha fatto storia per la sua capacità di animare la Capitale e per la sua umanità. Se n’è andato, giovane, troppo giovane, non troppo tempo fa.