Una divertente espressione caratterizza un’occasione speciale: “Anniversario rotondo, traguardo storico”. Sto parlando del Premio Mondello che compie i suoi primi quarant’anni. Nasce infatti nel 1975, è promosso dalla Fondazione Sicilia in collaborazione con il Salone del libro di Torino e si conferma come uno dei migliori premi letterari italiani. Ieri abbiamo conosciuto i vincitori dell’edizione 2014.

Irene Chias (con il mondadoriano Esercizi di sevizia e seduzione); Giorgio Falco (La Gemella H, Einaudi); Francesco Pecoraro (La vita in tempo di pace, Ponte alle Grazie) si aggiudicano il Premio Opera Italiana.  La terna di autori correrà ora per aggiudicarsi il SuperMondello e il Mondello Giovani a Palermo il 27 novembre. Per quanto riguarda il Premio Autore Straniero il giudice monocratico Niccolò Ammaniti (sì, è lui, uno dei nostri migliori scrittori) ha scelto Joe R. Lansdale. La sezione Critica va a Enrico Testa con L’Italiano nascosto (Einaudi) e lo Speciale per i quarant’anni a GIPI (Gianni Pacinotti) e la sua graphic novel  unastoria (novità introdotta quest’anno che testimonia la vivacità del lavoro svolto dagli organizzatori del Mondello).

Prima di chiudere voglio però lasciare la parola a Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Sicilia, che mi ha spiegato la ‘filosofia’ dell’edizione di quest’anno: “Il Mondello dimostra di essere sensibile al ‘nuovo’ e aperto ai cambiamenti. Al centro ci sono i giovani. Giovani sono i critici che compongono il comitato di selezione delle opere; giovani, anzi giovanissimi, sono i componenti della Giuria degli studenti che, preposta ad assegnare uno dei riconoscimenti del Premio, quest’anno diventa ancor più capillare coinvolgendo oltre alle scuole di Palermo, di Enna e di Noto anche un liceo di Marsala. Sempre nell’ottica del rinnovamento va letta la decisione di rivedere la formula della cerimonia finale prediligendo per il momento della premiazione un dibattito, e non più una cerimonia, centrato sul ruolo che oggi ha la letteratura”.

Ma andiamo oltre la… notizia e approdiamo al porto della critica. Premesso che avrò modo di parlare ancora del Mondello e dei suoi autori, voglio segnalarvi Irene Chias. Questo suo Esercizi di sevizia e seduzione mi pare degno di particolari attenzioni. Siciliana, Irene è nata in quella magica città del sapere che è Erice, nel trapanese. E già questo è un biglietto da visita di ottima fattura. Dopo aver vissuto a Trapani, Agrigento e Roma ha girato un po’ il mondo e ha scritto racconti di pregevole fattura e un romanzo non privo di spunti (Sono ateo e ti amo, 2010). Ma è con questi Esercizi che la giovane scrittrice raggiunge vette notevoli. La trama non ve la racconto. Dico che la protagonista, Ignazia, sceglie pagine di storia letteraria che parlano di violenza sulle donne riscrivendole come se le vittime fossero uomini. Uomini che poi seduce e spaventa, diventando così una “spaventatrice seriale”. Non una giustiziera, forse. Ma certamente una che fa giustizia sì. Ecco, mi sono lasciato andare. Mi fermo. Ne riparliamo. C’è molto altro da raccontare.

Tanti auguri, Mondello…