FINE ANNI Settanta. Enrico Berlinguer sta per andare in vacanza. Domanda: «Che libri metterà in valigia?». Risposta: «I classici del marxismo». Un dirigente del Pci romano non si trattiene: «Sai che palle!». Poi, si volta e tossicchia in segno di scusa. Ma, al di là degli aneddoti, quel che preme sottolineare è che le vacanze (ferie?) dei politici della Prima Repubblica avevano in comune una caratteristica: il silenzio operoso. E se Giovanni Spadolini (primo presidente laico nella storia dell’Italia repubblicana) andava a Castiglioncello vicino Livorno carico di volumi su Mazzini e Garibaldi, Bettino Craxi volava in Tunisia, ad Hammamet: una casa tutt’altro che faraonica come qualcuno ha poi favoleggiato, in cui il leader socialista amava recitare il ruolo di ‘capofamiglia’ (e anche lui divorava biografie di Garibaldi). Un altro socialista, il presidente Sandro Pertini, non poteva fare a meno della montagna e arrivava in elicottero a Selva di Val Gardena dove, come si legge in un’Ansa del 31 luglio 1982, «ragazzi e ragazze in costume hanno offerto al presidente e alla signora Carla mazzi di fiori mentre una banda folcloristica suonava in loro onore». Stessa passione per la montagna per Palmiro Togliatti che, come ci racconta con voce stentorea uno speaker della Settimana Incom del 31 agosto 1950, si riposava in Valdobbia, ai piedi del Monte Rosa mentre il repubblicano Randolfo Pacciardi soggiornava ad Ischia dove una vivace nipotina lo invitava a giocare. Il tutto mentre il ministro dell’Interno Mario Scelba, spauracchio delle sinistre, se ne stava, vigile, al Viminale.

CHI INVECE sorprese tutti, nel 1987, fu Francesco Cossiga. Solito recarsi nel Cadore, ad Auronzo, quell’anno cambiò destinazione, preferendo il verde irlandese. Nessun incontro ufficiale, ma solamente una messa dai padri rosminiani. Stessa vita monacale per Giulio Andreotti che, a parte qualche puntatina sul litorale laziale, era ospite di suore altoatesine. Lì scriveva i suoi (molti) libri. Ben diverso da quel Renato Altissimo, leader del Pli anni Ottanta, che, da quel gran ‘viveur’ che era, andava a Capferrat vicino Nizza, nella sua villa.

MA È INUTILE girarci attorno. Il giovane Walter Veltroni andava a Sabaudia (anzi: «Sabbaudia»); il giovane Nichi Vendola a Isola Capo Rizzuto; Nilde Jotti a San Quirico d’Orcia, nel senese; Giuliano Amato ad Ansedonia. E va bene. Ma, per anni, il vero sinonimo di ‘vacanza’ è stato Capalbio, in Maremma. Celeberrime le foto di un protagonista della vita politica italiana, Achille Occhetto (quello che sciolse il Pci, non uno qualunque). Che, superato il complesso del ‘comunista tutto di un pezzo’, si fece ritrarre da un rotocalco mentre baciava con tenerezza e passione la sua Aureliana. Una svolta epocale. Baci che consacrarono la «piccola Atene» come luogo cult. Mica come la pensioncina di Remo Gaspari a Vasto. Quel dc doc dall’aria dimessa: 16 volte ministro, 41 anni in Parlamento per un totale di 10 legislature…