Giustiziata una classe dirigente. Uccisi i suoi maggiori esponenti o mandati in esilio. Riformato, con le cattive, un intero sistema. Abolita la Costituzione e distrutti quei «quarantottomila soggetti giuridici, creati a partire dal 1945 col solo scopo di far debiti». I Nuovi Venuti devono sconfiggere, a tutti i costi, il debito pubblico, supremo incubo italico.

Ecco alcune (pochissime) immagini dell’esilarante racconto lungo di Giorgio dell’Arti, ‘‘I Nuovi Venuti’’. Leggi, ti metti a ridere alla prima pagina e non la smetti più. Del resto, potrebbe essere diversamente? L’autore è un intellettuale imprestato al giornalismo e, più che altro, è un intellettuale molto, molto ‘pop’ dalla cui penna escono, impetuose, figure, metafore, allegorie d’immediata comprensione per il colto e il non colto. Basti l’avvertenza. Beffarda: «I nomi sono tutti di fantasia». Non è vero. Ci sono Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Renato Schifani e, puntigliosamente elencati, i nomi dei componenti degli staff dei potenti. Un attacco alla Casta, certo. Ma con toni che (e qui sta il vero valore culturale dell’opera) rimandano alla Rivoluzione francese. Pier Luigi Bersani, ex leader Pd, giustiziato, come Jean-Paul Marat, nella vasca da bagno. Oppure Massimo D’Alema, colto dai Nuovi Venuti vicino alla Rai mentre porta a spasso il cane (è vero: vive proprio da quelle parti, sempre ostentando questa abitudine) e quindi costretto – con la scorta che è d’accordo… – a immergersi nel Tevere: il corpo verrà ritrovato vicino al Circolo Nautico di Fiumicino (D’Alema per anni co ha intrattenuto con la sua passione per la vela).

Poi, c’è la società civile. Anche qui: quanto ce lo siamo sciroppato questo falso mito? Tanto, troppo. Salvo accorgersi che nessuna Età dell’Oro era in arrivo una volta fatta fuori tutta la vecchia classe dirigente. Per non parlare delle condizioni materiali: «Telecom aveva preparato i braccialetti elettronici con i quali avremmo tenuto (noi Nuovi Venuti ndr) sotto controllo la cosiddetta gente comune. Bisognava dotarsi di braccialetto elettronico se si voleva essere ammessi alla distribuzione del cibo». Per non parlare delle ricette atte a rilanciare l’economia di cui si avvertono toni familiari per il loro ottuso liberismo.
Potremmo continuare all’infinito. Ma ci fermiamo qui perché sarebbe davvero un peccato se non leggeste questo sofisticatissimo gioco (stampato con la consueta eleganza dalle edizioni Clichy di Firenze) a tinte fortemente pulp. Un pulp che, non per buttarla sempre in politica, fa riflettere sui nostri tempi. Grami assai.