Ecco Beppe Fioroni, il ‘cattorenziano’.
«Vabbè. Chiudiamola subito».
No, aspetti: nega?
«Ragiono».
Ragioniamo insieme.
«È la classica tempesta in un bicchier d’acqua».
Fuor di antica metafora?
«La creazione di ‘Spazio democratico’ ha uno scopo preciso».
Non ci faccia morire di curiosità…
«Non accetto provocazioni. Diciamo che abbiamo avuto un incontro per rafforzare il governo».
E per esaltare Matteo Renzi.
«E che c’è di male? Lui è il leader».
Ma il Pd?
«Il Pd si arricchisce con Spazio democratico. Dà più voce alle sue idee, impegna di più parlamentari e dirigenti».
Partito pigliatutto.
«Facile metterla così».
Spieghiamola meglio, allora.
«Lo sa che partecipando alla riunione ho ritrovato il gusto dell’ascolto e dell’approfondimento di idee e progetti che concorreranno a rafforzare il Pd e l’azione di governo?».
Tutti cattolici, chissà quanti sacramenti.
«Nemmeno per idea. C’erano anime di diversissima cultura politica».
Anche non cattolici?
«Soprattutto non cattolici. Avremmo dovuto distribuire sacramenti a molti che mai li hanno avuti».
Eravate 55.
«Mah, questa storia dei numeri mi lascia perplesso».
Eravate di più?
«Ma no. È che non mi sono messo a contare. Ci si conta se c’è qualcosa da far valere o volere».
E invece Spazio democratico a che serve?
«È un laboratorio. Una palestra. Una circolazione di idee aperte a tutti».
Slogan?
«Nessuno, ma potrebbe andare bene ‘inclusione non esclusione’».
Lei è reticente. Non ammette che siete dilaniati dalle correnti. Anche giovedì Bersani e Renzi se le sono date di santa ragione…
«Occorre il massimo dell’unità. E per far questo dobbiamo anche riscoprire le nostre capacità d’ascolto e anche la capacità di saperci limitare quando il dibattito raggiunge toni che danneggiano la credibilità del nostro partito».
Perché?
«Perché non è vero. Vedo la balcanizzazione degli altri partiti».
Non è una cosa bella.
«No, ovviamente. Ma l’unico partito vero è il Pd».
Anche prima, però…
«No, abbiate pazienza. Prima c’era una forza politica che non era in grado di sfondare tra gli elettori moderati».
Poi è arrivato Renzi e state tutti con lui.
«Il Pd di Renzi è convincente e ottiene consensi degli elettori della sinistra riformista e di tanti tanti elettori moderati».
Sicuro?
«Con la nuova legge elettorale il leader lo sceglie l’elettore, con le preferenze il parlamentare e non più le segreterie dei partiti».
Insomma, Renzi vi ha scritto una buona lettera.
«Ottima. E, checché ne diciate, per niente arrabbiata».