Quarantasei, irresistibili, pagine. Una medicina ideale se vi sentite un po’ così, se volete carpire segreti e tecniche di grandi scrittori o se, semplicemente, volete «ammazzare il tempo». Insomma, non esitate a tirare fuori 7 euro per acquistare ‘‘Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán’’ (Skira).

Un testo che riproduce la registrazione di un indimenticabile incontro tra i due protagonisti della scena letteraria mediterranea al Festivaletteratura di Mantova del 1998. Il dialogo è serrato, incalzante, improntato alla leggerezza o, meglio, a un leggerezza ‘impegnata’.

L’inizio è fulminante. Camilleri: «Credo che sia stato lo stesso Montálban a scrivere su Tatuaggio, uno dei libri che ha per protagonista Pepe Carvalho, sia nato per una scommessa… etilica. Ora, la mia curiosità è sapere se Pepe nasce da questa scommessa, e poi qual era l’alcool, perché son perfettamente convinto che dal whisky nasca un certo tipo di letteratura, dal gin un’altra, dal vino un’altra ancora».

Vázquez Montalbán cita Rafael Alberti (uno dei più grandi poeti spagnoli del Novecento) per dire una verità applicabile a tutto il genere letterario. Alla domanda: lei legge scrittori spagnoli? Alberti rispose: faccio fatica «perché i protagonisti impiegano quaranta pagine per salire una scala o trenta per aprire una finestra».