«SE gli ‘impresentabili’ sono davvero tali è inaccettabile. Anche se non ve n’è traccia in liste Pd, ma solo in quelle collegate. Ancora: il ‘solo’ non è una giustificazione. Se qualcuno ha sbagliato, come si dice, paghi carissimo i suoi errori. Ciò detto, il mio garantismo non arretra di un millimetro». Roberto Speranza, già capogruppo alla Camera del Pd, è esponente di quella sinistra che non vuol vedere un partito senza più bandiere… di sinistra.
La sua minoranza non attacca sugli ‘impresentabili’.
«Non è vero. Comunque non è questione che si può porre in termini di minoranze o maggioranze».
Vabbè, non sottilizziamo…
«Non sottilizzo. Me lo fa fare un ragionamento?».
Piena libertà d’espressione.
«Adesso verifichiamo che gli ‘impresentabili’ siano davvero tali. Sappiamo che nessuno è nelle liste dei democratici».
Bella giustificazione.
«Mi faccia finire. Se si accerta l’effettiva ‘impresentabilità’ dovremmo usare qualcosa di più che il cosiddetto pugno duro».
Legnate ai controllori.
«Non possiamo tollerare errori».
Beh, il Pd qualche ombra ce l’ha, in effetti.
«Tutti i partiti devono porsi il problema, ma il Pd è pulito».
Partiti che, dolce eufemismo, non esistono.
«Dobbiamo combattere l’illegalità con forza. Lavoriamo a una legge attuativa dell’articolo 49 della Costituzione. I partiti esistono e devono essere case trasparenti».
Il programma si attuerà con il Partito della Nazione?
«Partito della Nazione non può significare che non ci sono più confini tra destra e sinistra o che dentro c’è tutto e il suo contrario: per questo mi batto nel Pd…».
…e non dice nulla sull’uscita di Pippo Civati.
«Sono preoccupato se vedo uno dei nostri, che ha preso 400mila voti alle primarie, andarsene. Ma è una scelta sbagliata. Bisogna continuare a battersi nel Pd».
E allora fate un partito di sinistra senza impresentabili.
«Il Pd è la casa naturale per chi è di sinistra».
Paura di venti che odorano di brezza spagnola e greca?
«Dobbiamo essere più forti in Europa. Con le nostre idee».
Rigore e austerità?
«Esattamente il contrario. Se Podemos vince, se Syriza stravince, un motivo c’è».
Euroscetticismo.
«No. Rabbia per politiche inadeguate. Voglia di un’Europa molto diversa. Inclusiva. Politica».
Nasce qualcosa anche in Italia?
«Non ce n’è bisogno. C’è il Pd».
Se uno è di sinistra, irritato con il rigore merkeliano e però europeista può prendere la tessera dem?
«Deve prenderla!».
E così si ritrova con tutto e il contrario di tutto…
«No. Mi batto perché questo non accada. Ora lavoriamo per vincere 7 a 0 queste elezioni. Con i candidati Pd. Se no, arrivano Grillo, Salvini e Berlusconi. L’Italia peggiore. Abbiamo già dato…».