LUI VA all’attacco. Riceve pacche sulle spalle e incitamenti alla Festa dell’Unità. E riesce così a resistere all’assedio che il ‘suo’ Pd, da mesi, gli riserva. Il sindaco capitolino ostenta serenità: «Sono felice di essere qua a progettare la Roma del prossimo decennio, avanti sino al 2023». Poi attacca a testa bassa: «Dovrei iniziare con la frase del film che dice ‘Ho visto cose che voi umani non avete visto mai’. Ed è quello che ho visto in Campidoglio dopo l’arrivo di una destra che non ha vergogna: tornino nelle fogne da dove sono venuti invece di dare lezioni». Un comizio in piena regola (senza contraddittorio) che, però, serve a ribadire la sua volontà di restare primo cittadino. Con il predecessore Gianni Alemanno trattato duramente: «Voleva raccomandarmi due nomi. Pensava di avere a che fare col vecchio Pd» (con immediata replica dell’ex sindaco: «Ti querelo»).
Ma, al di là delle frasi più o meno a effetto, «attesa» è la parola per capire il clima capitolino. Attesa spasmodica. E nervi a fior di pelle per il pasticciaccio brutto che sta andando in scena. Si aspetta la relazione del prefetto Franco Gabrielli (che non contemplerà lo scioglimento per mafia del Comune). E poi: di questo romanzo criminale romano leggeremo nuovi capitoli? Ma c’è anche una questione squisitamente politica: se ne andranno o no gli assessori Guido Improta (Trasporti) e Silvia Scozzese (Bilancio)? Molti ne danno per certo l’addio. Entrambi sono di stretta osservanza renziana. E, lo sanno anche i gatti del Colosseo, il presidente del Consiglio vuole che il primo cittadino faccia le valigie al più presto. Il disegno di Renzi è lineare: se Roma vota alla scadenza naturale arriviamo al 2018, anno delle politiche. E il premier non può permettersi di accostare la Capitale centro di malaffare a un test decisivo per il suo governo. Per questo il pressing su Improta e Scozzese è costante. I due, dal canto loro, hanno mostrato irritazione per la richiesta di sforare il patto di stabilità.

«PERÒ – afferma un deputato dem assai lontano da Renzi – Improta vede avvicinarsi il gran giorno dell’avvio della metro C. Mi pare difficile che se ne vada». Diverso il ragionamento di un senatore dalemiano doc: «Improta è uomo di Francesco Rutelli ancor prima che di Renzi. Scozzese è renziana. E tutti e due pendono dalle labbra del loro leader. Inoltre, Marino come potrebbe sostituire due pezzi da novanta come loro?».
Insomma, grande è la confusione sotto il cielo di Roma, di color cobalto per i cittadini, ma grigio per i politici. Basta leggere le dichiarazioni ufficiali. Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme: «Sull’ipotesi di scioglimento sono molto prudente. Marino? Una persona onesta. Ma l’onestà da sola non basta».