«LO SCOLARETTO modello di Angela Merkel, Matteo Renzi, dovrà ripensare un po’ le sue tattiche. Credo». Stefano Fassina, neofuoriuscito del Pd, al lavoro per creare un nuovo partito («di sinistra», chiosa) è ovviamente soddisfatto. Ed è ad Atene a festeggiare.
Fassina, lei ora picchierà duro.
«No, non fa parte del mio stile. E poi perché?».
Beh, non è che l’abbiano trattata bene nel suo ex partito…
«Non mi interessa».
Sarà soddisfatto.
«Felice».
Il popolo ha scelto: retorica o realtà?
«Realtà».
Un no netto. E rischioso.
«Non la metterei così. Diciamo che è stata una scelta consapevole di un popolo che ne sopporta di tutti i colori».
Insomma, un futuro radioso…
«Non accetto provocazioni. C’è consapevolezza dei problemi che questa scelta comporta».
Perché un ‘Oxi’ così netto?
«Perché hanno capito che il memorandum proposto al governo di Alexìs Tsipras avrebbe portato a più debito pubblico e più depressione economica. Insomma, a un suicidio…».
…economico.
«Politico. Meglio: a una sudditanza politica insopportabile».
Eppure l’Europa aveva avvertito…
«Abbia pazienza se l’interrompo. Non erano avvertimenti amichevoli, bensì pressioni inaudite. Si evocavano scenari degni di un film horror. Ingerenze di genere vario».
E invece…
«Invece i greci sono stati meravigliosi, coraggiosi e maturi».
Questo referendum vi ha fatto scoprire la Grecia.
«No, questo referendum ha confermato quanto andiamo dicendo dall’agosto del 2011, dalla famosa lettera della Bce. Un’Eurozona così liberista è insostenibile».
Ma si aspettava un risultato così netto?
«No. Infatti sabato pomeriggio, al Palladium a Roma, ho detto che avremmo comunque sostenuto Tsipras e il popolo greco anche in caso di sconfitta».
Il compagno Schulz voleva che passasse il sì.
«Che malinconia».
Esagerato.
«No, dico davvero, vedere questa subalternità del Pse mi fa venire l’angoscia. Un Pse inutile. Un socialismo europeo che conferma i suoi ultimi trent’anni di subalternità alle destre».
Voi siete in compagnia di leghisti, grillini e parte di Forza Italia…
«Uffa. Noi siamo stati a fianco di Tsipras sin dalle ultime elezioni. Noi vogliamo un’Europa solidale. Noi non vogliamo distruggere il welfare. Noi non siamo xenofobi. Noi siamo ben altra cosa».
E state per fare un altro partito.
«Certo, ci stiamo lavorando. Partendo dal basso. Senza pensare di mettere insieme apparati o carriere. Sarà un’estate di lavoro. Poi, in autunno, tireremo le fila. In nome dei diritti civili, del lavoro, della scuola. E di altro. Molto altro».