Ma sì, dai, lo sappiamo tutti. Anche se non osiamo ammetterlo. L’Italia è il paese dei luoghi comuni. Col pepe che fa male e il peperoncino che fa bene. Col burro che appesantisce e l’olio che ringiovanisce. Con gli «zingari» che rubano i bambini e i brasiliani che hanno il ritmo nel sangue. Con il sasso che sposti e trovi un monumento. E, ancora, con Roma ladrona. Firenze chiusa. Bologna godereccia. Milano fredda. E invece, no. Milano non è fredda, è la città che ha fatto diventare grandi scrittori come Verga e Capuana, che è stata capitale dell’editoria, che ha visto in azione Alessandro Manzoni, che è fonte di spensierate occasioni di lettura. Specie se i protagonisti si chiamano Amedeo Consonni, la figlia Caterina e il nipotino Enrico, Angela Mattioli, disgustosi speculatori, l’anziano Luigi De Angelis in perenne adorazione della sua Bmw 24 valvole. E specie se i fatti si susseguono, spassosi e all’apparenza secondo una logica lineare, attraversando Milano, Pasturago, Binasco, Trezzano e altri luoghi di purissima matrice lombarda. Certo, il giallo è giallo. Vuole il delitto. Necessita di corse affannose e di equivoci a non finire. Ma soprattutto, il giallo di Francesco Recami (godetevi la sua scrittura da Codice civile, Stendhal insegna…) è quel che un tempo si diceva uno ‘spaccato’ di come i luoghi comuni sono, appunto, tali. E quindi, fuggiamone. Godendosi Milano e i milanesi.
L’uomo con la valigia, Sellerio, 14 euro

Ps. L’Autore è fiorentino