PUÒ SEMBRARE paradossale. Però è solo un’impressione. Direte: ma come, Matteo Renzi, che sempre si è fregiato del suo essere ‘primo cittadino’ (e tra l’altro di una perla assoluta come Firenze); che sempre ha difeso la pur criticabile legge sui sindaci (i cui poteri sono smisurati); che ha fatto del consenso dei territori uno dei capisaldi della scalata a Palazzo Chigi, si mette a criticare i sindaci? La cosa parrà strana, eppure ha una causa. Perché, volenti o nolenti, l’esortazione di colui che si era presentato come ‘il sindaco dei sindaci’ evidenzia uno dei problemi che più angosciano lo staff governativo: i rapporti con la periferia, le difficoltà con i Comuni e le realtà locali che han fatto la fortuna di Renzi. Verrebbe da dire che è ormai un ‘premier-premier’ lontano anni luce dall’immagine che voleva dare all’inizio del suo mandato. Una sorta di nemesi che mostra come sia difficile tenere insieme il quadro complessivo sia per la difficoltà nei rapporti col territorio sia per le continue mine messe sul suo cammino dalla minoranza e da un certo qual attivismo della ‘sinistra-sinistra’.

SIA CHIARO: dati i tempi, dare ‘la colpa’ a qualcuno dei vari default locali è impresa ardua. Può darsi che ci sia qualche sindaco incapace, che ci sia qualche errore dell’esecutivo. Ma, al netto, dei tagli, della mancanza di risorse, dell’orrido intreccio (ci riferiamo in particolare al Mezzogiorno e a Roma) tra politica e malaffare il cambiamento d’immagine è impressionante. Tanto che dall’entourage hanno immediatamente frenato sostenendo che ‘Matteo’ non voleva prendersela con nessuno.

ALTRO dato che rafforza questa mutazione sta nell’esortazione all’ottimismo. Bene, eppure se non è seguita da atti concreti, serve a poco. Anche perché c’è un dato oggettivo: e cioè che il sindaco è, di fatto, l’attore politico più visibile, quindi il più esposto a critiche, polemiche e pernacchi dei cittadini. Insomma, speriamo vivamente che Renzi alzi la voce di fronte a figure pessime (Roma su tutte) con certezza di causa e che gli appelli non siano solo su base ‘volontaristica’. Anche perché, piaccia o meno, è difficile sostenere che i primi cittadini stanno lì a scaldare le poltrone. Anche perché spesso non hanno nemmeno i soldi per il riscaldamento…