«NESSUNA meraviglia perché il leader della Lega ha una visione strategica della politica».
Alessandra Ghisleri, sondaggista, direttore di Euromedia Research, non si scompone per la dichiarazione di Matteo Salvini. Ma non è un «passo indietro».
«No, infatti. Il ragionamento del segretario del Carroccio è più pregnante. Più politico».
Quindi un Luca Zaia o un Roberto Maroni potrebbero aspirare a guidare il centrodestra.
«Credo di sì. E non ci sarebbe affatto da restare a bocca aperta. Il messaggio di Salvini è: io do le direttive politiche, però state tranquilli, non sono come gli altri. Ha capito come la gente sia stufa. Il leader leghista non dice di essere inadeguato. Dimostra di aver compreso come i cittadini non siano disgustati solo dal malaffare, ma soprattutto dall’incapacità di risolvere i problemi, dalla scarsa professionalità e mancanza di competenza. Nelle nostre interviste come istituto di ricerca spesso ci sentiamo domandare sul tal candidato: ‘Ma perché si presenta? Quali sono i suoi interessi?’».
Vuol dare l’impressione di mettere personalità di spessore.
«Sì, e, per molti versi, Luca Zaia lo è. Basta guardare come ha vinto le ultime regionali. Non solo per i numeri, ma anche per la capacità di ascolto. Teniamo conto che Alessandra Moretti è stata ben presente sul territorio, forse più di Zaia, eppure ha perso nettamente».
Oppure si presenterà Roberto Maroni.
«Oppure Roberto Maroni, vero».
Però che differenza con Bossi.
«Sicuro? Le canottiere del senatùr sono come le felpe di Salvini, servono a galvanizzare i sostenitori con immagini forti e nomi di città. Però non c’è solo questo aspetto. Il Carroccio interviene sulla scuola mostrando il suo volto ‘familiare’. Quelle famiglie che sfilarono nel centro di Milano lo scorso anno. Famiglie normali cui lanciare messaggi normali facendole sentire parte di un loro modo nuovo di far politica. Senza dimenticare la parte di denuncia».
Anche perché i cori anti Meridione di qualche anno fa ancora pesano sulla sua figura.
«Eccome. È uno dei motivi per cui non sfonda al Sud. Perciò è bene puntare, a suo avviso, sulla competenza. Per scrollarsi di dosso quest’immagine. Salvini sa benissimo che c’è un 16 per cento che lo segue e lo vota. Ma anche un buon 25 per cento che ne condivide i contenuti ma non i toni».
Un’operazione-credibilità.
«Diciamo che le ipotesi Zaia o Maroni sono intimamente legate alla necessità di riuscire a scuotere le coscienze degli attendisti che non vanno a votare. I delusi della politica cui accennavo prima. E i delusi li convinci mostrandoti molto ‘umano’ e soprattutto molto normale e quindi in grado di portare avanti i problemi per risolverli. Quante volte è andato in piccoli paesini di poche anime ed è tornato dicendo ‘ho parlato con Rosa che non riceve una pensione adeguata’? Ecco, in questo caso il modello comunicativo è assai efficace».
Ma gli elettori di Salvini che cosa vogliono?
«A oggi: il 36 per cento un’alleanza con Berlusconi. Il 31 una corsa solitaria. Il 10 con tutto il centrodestra. Il 15 con i grillini».

Ma non è che ha proposto Zaia o Maroni per la non brillante figura a Cernobbio?

«Quanti voti porta Cernobbio?».